il lutto

A sette anni dalla morte, il soccorso alpino trentino ricorda Oskar Piazza

Il trentino aveva trovato la morte in un villaggio in Nepal distrutto dalla furia del terremoto 



TRENTO. “Ciao Oskar. Ti ricorderemo sempre, per tutto quello che ci hai lasciato in eredità, e che ancora vive. 2015 - 2022”.

Così il soccorso alpino trentino ricorda, a sette anni dalla scomparsa Oskar Piazza.

Il Trentino era in missione in Nepal, nel villaggio Langtang che era stato travolto da una frana generata da un terremoto.

Il corpo senza vita di Piazza era stato recuperato assieme a quello della collega speleologa Gigliola Mancinelli.

Nel villaggio vivevano circa 500 persone, dentro a case instabili costruite con legno e pietre che non hanno retto al terribile urto provocato dalle frane generate dal terremoto.

Lacrime e silenzio per l'ultimo saluto a Oskar Piazza

Sono giunti uomini e donne del soccorso alpino da tutta Italia a Mori per l'ultimo saluto a Oskar Piazza, il tecnico di elisoccorso (e colonna portante del soccorso alpino trentino) vittima del terremoto in Nepal. All'esterno della chiesa parrocchiale c'erano anche i mezzi del soccorso alpino dell'Emilia Romagna, il corpo a cui apparteneva Gigliola Mancinelli, che partecipava alla spedizione assieme a Piazza. In prima fila in chiesa la compagna Luisa Zappini assieme alla madre e ai fratelli di Oskar. Sul biglietto di ricordo dell'alpinista la frase "la mia corda sarà legata a te per sempre". Le divise rosse del soccorso alpino miste ai giubbotti gialli dei medici che volavano sull'elicottero del 118 assieme a Piazza













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