Ciclovia del Garda: i comitati di Italia Nostra contro il progetto: «Scempio delle rocce»
Le sezioni di Trento, Brescia e Verona alzano la voce contro il progetto del tracciato trentino con la pista a sbalzo come quella sulla sponda bresciana
RIVA DEL GARDA. Italia Nostra alza la voce contro il progetto attuale della Ciclovia del Garda, che prevederebbe in una parte del tracciato trentino la creazione di una pista a sbalzo sul lago, come quella già attuata sulla sponda bresciana, a Limone.
«Il tracciato trentino sarebbe addirittura più impattante di quello già presente a Limone - si legge in una nota di Italia Nostra - Quest’ultimo, infatti, ha uno sbalzo di 2,5 metri dalla roccia, mentre la proposta trentina ne aumenta la larghezza a 3,5 prevedendo un suo distacco dalla parete rocciosa di più di 1 metro, per un totale di quasi 5 metri di aggetto, da realizzare con pesanti strutture metalliche agganciate alle pareti rocciose mediante trivellazioni, scassi e getti di cemento armato. Ma non è finita qui: al fine di risolvere il problema della caduta sassi, naturalmente insito in tale contesto ambientale, si aggiunge alla già impattante struttura anche una pesante copertura sostenuta da altrettante grosse putrelle verticali quante le mensole orizzontali del piano viabile».
Questo è quanto si legge sul documento delle sezioni di Italia Nostra di Trento, Brescia e Verona, che hanno deciso di unirsi per manifestare la propria disapprovazione in merito al progetto attuale. Ciò che contesta Italia Nostra è la mancata difesa del patrimonio non solo ambientale, ma anche artistico e storico che da sempre fa parte del Lago di Garda e delle rocce che lo circondano.
Il progetto della ciclovia, infatti, fa parte del Sistema Nazionale di Ciclovie Turistiche (SNCT) e tra i suoi obiettivi vi è definito anche quello della promozione del patrimonio storico-artistico. «Tra gli obiettivi per la realizzazione del tratto trentino della sponda occidentale - spiega Italia Nostra - si trova inoltre quello di coniugare la mobilità sostenibile con le esigenze della tutela ambientale, della difesa del territorio e del turismo! È quindi definito chiaramente che gli obiettivi di collegamento territoriale, di potenziamento della rete ciclabile, di sviluppo dell’attività sportiva devono essere strettamente collegati alla valorizzazione del territorio, da perseguire tenendo conto della conformazione naturale dei siti».
La progettazione della ciclovia trentina, quindi, secondo Italia Nostra non rispetta gli obiettivi generali, anzi non li prende nemmeno in considerazione. «Ironicamente si potrebbe affermare che “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Ma purtroppo in questo caso “tra il dire e il fare ne va di mezzo il lago”, nel senso che ne fa le spese il Lago di Garda, che si vedrà irrimediabilmente deturpate le ripide coste rocciose, ambiente unico sotto l’aspetto naturalistico, ambientale e paesaggistico. - continua la nota di Italia Nostra - Il paesaggio è patrimonio collettivo, è un bene comune, che va tutelato e conservato per il bene di tutti. La sottoscritta associazione ritiene che la soluzione proposta dalla Provincia autonoma di Trento costituisca uno sfregio inaccettabile al paesaggio e alle maestose coste rocciose, rileva la scarsa funzionalità del percorso misto ciclisti-pedoni e l’enorme spesa richiesta, che si quantifica intorno ai 13 milioni di euro a chilometro, con un costo totale da Riva a Limone di 65 milioni di euro. Un investimento ad alto rischio, in quanto è facilmente prevedibile che al primo incidente la ciclabile debba essere dichiarata inagibile».
Come aveva dichiarato al nostro giornale nell’edizione del 28 aprile, secondo Manuela Baldracchi, presidente della sezione di Trento di Italia Nostra, le alternative percorribili ci sono eccome e sono anche molto meno costose. «Noi proponiamo che venga applicato il criterio di intermodalità - aveva dichiarato Baldracchi - utilizzando i battelli nelle parti dove la roccia è a strapiombo sul lago, a livello turistico sarebbe anche di maggiore attrattiva».
Il 28 aprile avevamo anticipato che i comitati di Italia Nostra di Trento, Brescia e Verona si sarebbero riuniti contro il progetto. Adesso questo è realtà e Italia Nostra non si ferma qui, ma intende procedere per far sentire le sue ragioni. A.P.B.