Ciclovia del Garda, costi alle stelle: nuovo esposto delle associazioni alla Corte dei Conti
Raggiunti gli 84 milioni per il tratto trentino occidentale. «Spreco di risorse pubbliche l’aumento del 50% in meno di due anni». L'iniziativa di Italia Nostra Trentino, Ledro Inselberg e Wwf Trentino
IL PRECEDENTE L'esposto del Coordinamento Interregionale per la tutela del Garda
GARDA. Le associazioni Italia Nostra Trentino Aps, Ledro Inselberg Aps e Wwf Trentino Odv hanno presentato un nuovo esposto alla Corte dei Conti, denunciando un ulteriore incremento dei costi per la realizzazione della Ciclovia del Garda (opera C-66 del Sistema Nazionale di Ciclovie Turistiche, SNCT). Il tratto trentino occidentale, lungo circa 5,5 km, ha ora raggiunto la cifra astronomica di oltre 84 milioni di euro, corrispondente a un costo per chilometro superiore a 15 milioni di euro, ovvero 42 volte il parametro medio nazionale stabilito dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. Tale importo dovrà ancora ulteriormente crescere dato che vi sono due tratti, in corrispondenza di Casa della Trota e dell’Hotel Pier, ancora sospesi e non computati.
Incrementi insostenibili
L’esposto richiama la Deliberazione 64/2024/G della Corte dei Conti, che aveva già messo in luce significative problematiche nella gestione dei fondi per le ciclovie turistiche, tra cui la disomogeneità dei costi medi per chilometro tra le diverse tratte, il mancato rispetto dei parametri stabiliti dal Biciplan e l’inadeguata trasparenza nella pianificazione delle risorse. Nonostante le raccomandazioni della Corte, la Giunta Provinciale di Trento ha approvato, con la delibera n. 1760 del 7 novembre 2024, ulteriori 2,5 milioni di euro per l’aggiornamento dei prezzi e per maggiori oneri progettuali. Un contesto di spese che richiede un'urgente revisione:
31 marzo 2023: 57.989.479 € (10.543.541 €/km)
6 ottobre 2023: 81.585.129 € (14.833.659 €/km)
28 marzo 2024: 80.904.057 € (14.709.828 €/km)
7 novembre 2024: 84.317.050 € (15.330.372 €/km)
L’aumento del 50% in poco meno di due anni rappresenta, secondo i firmatari, “uno spreco di risorse pubbliche che necessita di un’immediata verifica da parte delle autorità competenti”.
Un progetto problematico sotto molteplici aspetti
“Questi stanziamenti non solo configurano un evidente spreco di risorse pubbliche,” sottolineano i rappresentanti delle associazioni, “ma compromettono anche uno dei paesaggi più iconici della Provincia di Trento, senza offrire alcuna garanzia sui tempi di completamento dei lavori.” Il tratto coinvolto, infatti, si sviluppa in un’area caratterizzata da una combinazione di instabilità dei versanti ed elevato rischio di erosione come dimostra la continua cronaca recente, sollevando interrogativi sulla sostenibilità e l’opportunità di un progetto di tale portata.
Proposte alternative per una mobilità sostenibile
Le associazioni propongono soluzioni più economiche e meno impattanti, come l’utilizzo di battelli per collegare le aree interessate, sfruttando il Lago di Garda come via di comunicazione naturale. Questa alternativa ridurrebbe drasticamente i costi e avrebbe un impatto ambientale minimo, garantendo al contempo una mobilità sostenibile per residenti e turisti: si tratta peraltro di una soluzione già adottata recentemente dalle amministrazioni del tratto lombardo tra Gargnano e Limone, adducendo alla scelta motivazioni del tutto comparabili a quelle sostenute dalle Associazioni per il tratto trentino.
Secondo i firmatari, “continuare con questo progetto significa trasformare un’opera potenzialmente simbolica in un vero e proprio pozzo senza fondo per le risorse pubbliche.”