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“Sondaggi pagati con i soldi pubblici”, bufera su Kurz: indagato per peculato e corruzione

Perquisizioni in cancelleria, venti di crisi di Vienna. I socialdemocratici e la destra chiedono le dimissioni, imbarazzo dei Verdi


Stefan Wallisch


BOLZANO. Bufera su Sebastian Kurz. Dopo giorni di voci insistenti su un'imminente 'visita' degli inquirenti negli uffici del cancelliere austriaco, stamattina (6 ottobre) a Vienna la procura anti-corruzione si è effettivamente presentata alla cancelleria in piazza Ballhaus per acquisire documenti e supporti informatici dei più stretti collaboratori del capo del governo e leader del partito popolare Oevp.

L'inchiesta per peculato, concussione e concorso in corruzione riguarda presunte irregolarità nell'ambito di sondaggi e inserzioni commissionati a vantaggio dell'Oevp, ma pagati dal ministero alle Finanze, cioè con i soldi pubblici.

Per il 35enne sunny boy dei conservatori europei, ma anche per il governo Oevp-Verdi, si tratta di una brutta batosta, soprattutto perché i reati ipotizzati sono pesanti.

Kurz da questa primavera risulta indagato con l'accusa (considerata meno grave) di falsa testimonianza in merito ad una sua deposizione sullo scandalo Ibiza-Gate che travolse nel 2019 l'ex partner di coalizione Heinz Christian Strache.

Da tempo la procura anti-corruzione si sta occupando anche di alcune nomine della Casinos Austria, toccando in più occasioni il cerchio magico del cancelliere. Ad alimentare le voci di una svolta nell'inchiesta il fatto che nei giorni scorsi al fascicolo sono stati aggiunti nuovi elementi - ecco il fatto clamoroso - secretati.

Le speculazioni sono diventate così insistenti che a un certo punto la vice segretaria dell'Oevp Gaby Schwarz ha convocato una conferenza stampa, definita da molti poi "bizzarra", nella quale ha sostenuto in merito ad eventuali perquisizioni che tanto non ci sarebbe stato "più nulla da trovare".

La svolta di queste ore riguarda un nuovo filone su presunte irregolarità nell'assegnazione di inserzioni a favore della famiglia Fellner, editrice del tabolid 'Oesterreich' e della tv 'oe24', e un sondaggio pagato dal ministero delle Finanze "esclusivamente per scopi partitici", secondo gli inquirenti.

Risultano indagati, oltre a Kurz, anche alcuni suoi stretti collaboratori, soprattutto dello staff stampa. Gli investigatori vogliono anche vederci chiaro su 1,3 milioni di euro di inserzioni sui media della famiglia Fellner. Alcuni fatti risalgono però ai tempi pre Kurz, ovvero prima della sua folgorante ascesa nel partito e al governo.

I socialdemocratici Spoe e l'ultradestra Fpoe hanno invocato le dimissioni di Kurz, che oggi era al vertice Ue in Slovenia, e una seduta straordinaria del Nationalrat. L'Oevp invece ha respinto tutte le accuse e attaccato gli inquirenti.

Da tempo il partito del cancelliere accusa la procura anti-corruzione di portare avanti "inchieste politiche". Secondo i popolari, "dopo le false accuse contro Kurz" e altri esponenti del partito, "la cui infondatezza è ormai dimostrata, ora vengono costruite nuove accuse su vicende che in parte risalgono a cinque anni fa". "Tutto questo succede sempre con lo stesso sistema e lo stesso obiettivo: danneggiare gravemente il Volkspartei e Sebastian Kurz", ha affermato l'Oevp.

I Verdi, partner di coalizione, si trovano però in palese imbarazzo, non solo per l'inchiesta ma anche per le pesanti accuse dei popolari contro i giudici. Anche se il vicecancelliere Werner Kogler si è affrettato a ribadire che il governo non è in pericolo, alcuni osservatori lo vedono già vacillare. Mentre all'interno dei popolari si starebbe ricompattando il gruppo degli 'ex', una volta potentissimo e poi rottamato da Kurz. La vendetta va servita fredda. 













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