omicidio

Quindicenne ucciso a colpi di pistola a Napoli

Il delitto nella notte in Corso Umberto. Indaga la polizia sul possibile coinvolgimento di due giovani rimasti feriti. Il Comitato anticamorra: “La repressione non basta, serve prevenzione”



NAPOLI. Un ragazzo di 15 anni è stato ucciso a colpi di pistola la scorsa notte in Corso Umberto a Napoli.

Sull'accaduto sono in corso indagini da parte della Polizia di Stato: la Squadra Mobile sta cercando di fare luce sul possibile coinvolgimento di altri due giovani feriti, che si sono recati nell'ospedale Cto della città. Si tratta di due ragazzi medicati dai sanitari: il primo per alcune escoriazioni sulle braccia e sulla fronte mentre all'altro è stata riscontrata una ferita d'arma da fuoco su un braccio.

La Polizia di Stato è intervenuta la scorsa notte in via Carmeniello al Mercato, all'angolo con corso Umberto I, dopo una telefonata che segnalava l'esplosione di colpi d'arma da fuoco e il ferimento di un giovane che poi si è scoperto essere nato nel 2009.

Alle 16, presieduto dal prefetto di Napoli, Michele di Bari, si svolgerà il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, nel corso del quale si discuterà dell'omicidio del minorenne.

 "Le parole e le buone intenzioni non servono più. Di fronte alla morte di un quindicenne ucciso come un boss della camorra servono azioni concrete che mettano insieme prevenzione e repressione lasciando da parte operazioni utili solo a fare propaganda". Per il Comitato anticamorra per la legalità di Napoli è giunto il momento che si affronti la questione della criminalità giovanile agendo su tutti i fronti possibili, "garantendo, nell'immediato, controlli straordinari perché è diventato troppo facile trovare un'arma, anche per i giovanissimi". "Ma affianco alle azioni di repressione bisogna intervenire seriamente sul fronte della prevenzione lavorando sulle cause della criminalità giovanile e, in questo, lo Stato deve far sentire la propria forza unendo le forze con le tante realtà già esistenti per garantire un vero e proprio accompagnamento alla crescita per quei bambini nati in famiglie in difficoltà per problemi economici o culturali".













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