Giovani Agricoltori

Michele Campostrini, a 19 anni la prima vendemmia da titolare nell’azienda di famiglia

La passione per la campagna fin dai 14 anni, il diploma a San Michele e la scelta di proseguire l’attività di agricoltore a Sabbionara d’Avio: «Cerchiamo di usare sempre meno trattamenti chimici» 


Carlo Bridi


SABBIONARA D’AVIO. Ancora una volta, la nostra storia riguarda un giovane di appena 19 anni, Michele Campostrini, che si è insediato poco più di un anno fa in azienda dopo aver frequentato per 4 anni la scuola professionale dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige.

Parliamo di un giovane che fin dai 14 anni di età era convinto che per passione avrebbe fatto l’imprenditore agricolo. Per questo si sobbarcava per l’intero anno scolastico delle levatacce in quanto prendeva il treno ad Avio e dopo 45 minuti arrivava alla stazione di Mezzocorona dove trovava un altro mezzo che lo portava a San Michele. L’anno scorso a luglio si è diplomato ed è subito entrato in azienda a tempo pieno.

Ha avuto la fortuna che il nonno anziano, ha scelto di dargli in affitto la sua azienda viticola di sei ettari. Partendo da questa ha subito avviato la

pratica per iscriversi nell’apposito albo come titolare d’azienda. Di conseguenza ha potuto presentare la domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento che gli è stato assegnato: dovrebbe ricevere i 40 mila euro i primi mesi del 2025 con cui ha in programma di acquistare una macchina per il diserbo meccanico, che andrà a sostituire quello chimico, una nuova trattrice più sicura di quella del papà e del nonno ed un muletto con “il gira cassoni” molto pratico per la vendemmia.

Ma perché la scelta di fare il viticoltore? «Sicuramente per passione trasmessami dal nonno, e più da mio padre».

L’organizzazione dell’azienda

L’azienda è collocata nei comuni di Avio e del confinante Belluno Veronese in piccola parte ed è divisa in 13-14 appezzamenti. Le varietà coltivate (a dimostrazione delle capacità innovative della famiglia Campostrini, non ha nemmeno una vite del vino bandiera per secoli della zona), “l’Ambrusco foglia frastagliata”, ma solo Pinot Grigio in prevalenza e poi Chardonnay e Pinot Nero. L’uva viene conferita tutta alla Cantina sociale di Avio, con liquidazioni che si aggirano intorno ai 120 euro a quintale. La resa media ad ettaro quest’anno è stata bassa, in nessun appezzamento è stato raggiunto la quantità fissata per le Doc, attestandosi sui 140 quintali ad ettaro. «In compenso la qualità – precisa Michele - è stata molto buona

per cui confidiamo in una buona liquidazione. Difficile capire il perché della scarsa produzione, non ci sono stati problemi di gelate e nemmeno di peronospora in quanto abbiamo fatto una difesa molto attenta portando le viti ad autunno in perfetta salute. Mancavano i grappoli fin dallo spuntare dei tralci nuovi a primavera quindi sapevamo da maggio che non sarebbe stata una vendemmia abbondante».

Fra i progetti futuri c’è quello di ampliare ancora un po’ l’azienda e procedere ad un graduale rinnovo dei vigneti. A 19 anni ci sono tanti sogni nel cassetto «ma quello che vedo all’apice – afferma Campostrini – è

di arrivare ad una coltivazione sempre più razionale della mia azienda e se possibile arrivare a qualche accorpamento».

Dopo la prima vendemmia fatta da titolare d’azienda è pentito della scelta? «Per ora, precisa Michele, assolutamente no, e spero che anche in futuro i prezzi dell’uva che è il nostro stipendio annuale, tengano e non mi facciano rimpiangere la scelta».

I tuoi rapporti con l’ambiente Michele, quali sono? «Di grande attenzione, e per essere coerenti ci impegniamo ad usare sempre meno la chimica e sempre più la meccanica, anche se vi sono degli anni come il 2024 nei quali se vogliamo salvare la produzione dobbiamo fare molti trattamenti. In pratica durante il periodo di maggiore sviluppo vegetativo, in media ogni cinque giorni dovevamo intervenire per le continue piogge». Ed al biologico ci hai pensato? «Fino ad ora no, la nostra Cantina sociale della quale è presidente il presidente anche di CA.Vit, non ci ha mai dato l’input in questo senso. Se in futuro le ose cambieranno saremo molto attenti alle nuove indicazioni». Michele è impegnato nelle piccole attività sociali del paese, fa

parte del comitato carnevale e ad ogni evento dove c’è bisogno del volontariato lui è disponibile.

«Fino allo scorso anno giocavo a calcio in una squadra lo locale dove ho giocato per oltre 10 anni, poi la passione è venuta meno ed anche il tempo e la squadra della mia categoria è stata chiusa».

E i tuoi amici cosa dicono della tua scelta? «Tutti sanno della mia grande passione e riconoscono il valore del mio lavoro, poi alcuni sono viticoltori come me e con loro c’è una buona intesa. A Sabbionara, paese tradizionalmente molto agricolo, ci sono ancora parecchi giovani che hanno scelto di fare il viticoltore a tempo pieno, dopo un periodo nel quale il numero si era ridotto».













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