Usa

Joe Biden concede la grazia al figlio Hunter: "Perseguito per colpire me"

Il 54enne rischiava fino a 25 anni di carcere: era in attesa di sentenza in due distinti processi per evasione fiscale e per aver acquistato illegalmente una pistola senza dichiarare la sua dipendenza dalle droghe. Trump al veleno: "Grazia anche agli ostaggi di Capitol Hill?"

WASHINGTON


WASHINGTON. Il presidente americano Joe Biden ha annunciato di aver graziato il proprio figlio Hunter Biden, 54anni, che era in attesa di sentenza in due distinti processi per possesso illegale di un'arma e per evasione fiscale. 

Aveva promesso di non interferire nei processi del figlio ed escluso eventuali provvedimenti di clemenza.

Invece Joe Biden, 50 giorni prima della fine del suo mandato, ha firmato la grazia 'piena e incondizionata' per Hunter con una mossa a sorpresa destinata a far discutere. Una decisione presa nel weekend trascorso con tutta la famiglia a Nantucket per Thanksgiving e annunciata poco prima di partire per uno storico viaggio in Angola che lo terrà lontano dalle polemiche di casa per qualche giorno.

La grazia, accettata al volo dal figlio, riguarda entrambi i processi istruiti da un procuratore speciale (nominato dal dipartimento di giustizia dell'amministrazione Biden) e di cui in dicembre erano attese le sentenze, col rischio che dovesse scontare fino a 25 anni di carcere: il 12 in Delaware per aver acquistato illegalmente una pistola omettendo di dichiarare la sua dipendenza dagli stupefacenti, e il 16 in California per aver evaso almeno 1,4 milioni di dollari di tasse tra il 2016 e il 2019, soldi che sono stati spesi in "droga, escort, sex club, hotel di lusso e proprietà in affitto, auto costose, vestiti e altri oggetti di natura personale". Imputazioni, le ultime, per le quali Hunter aveva ammesso la propria colpevolezza confidando in una pena ridotta.

A spiegare la decisione è stato lo stesso Biden in una lunga nota diffusa dalla Casa Bianca, nella quale in sostanza sostiene che il figlio è stato perseguito in modo "selettivo e ingiusto", su pressioni degli avversari politici, per colpire lui. Insomma, una persecuzione politica, lo stesso argomento usato da Donald Trump per i suoi casi. "Dal giorno in cui ho assunto l'incarico - afferma il presidente - ho detto che non avrei interferito con il processo decisionale del dipartimento di giustizia e ho mantenuto la parola anche se ho visto mio figlio essere perseguito in modo selettivo e ingiusto. Senza fattori aggravanti come l'uso in un crimine, gli acquisti multipli o l'acquisto di un'arma come prestanome, le persone non vengono quasi mai processate per reati gravi solo per come hanno compilato un modulo per le armi. Coloro che hanno pagato in ritardo le tasse a causa di gravi dipendenze, ma le hanno restituite in seguito con interessi e sanzioni, in genere ricevono sanzioni non penali. È chiaro che Hunter è stato trattato in modo diverso". 

Alla notizia della grazia, provocatoriamente il presidente eletto Donald Trump chiede sul social Truth se "Il perdono concesso da Joe a Hunter include gli ostaggi del 6/1, che sono stati imprigionati per anni? Che abuso e errore giudiziario!": riferendosi agli assalitori di Capitol Hill, che durante la campagna elettorale il tycoon aveva promesso di graziare in caso di vittoria.

 













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