Un anno difficile per l’agricoltura trentina: liquidati danni per 36 milioni di euro
Nei dati del Codipra lo stato di salute del comparto e le sfide future: «Stiamo vivendo un momento di particolare evoluzione, cambiamenti climatici, volatilità dei mercati, e continue emergenze fitosanitarie
TRENTO. Il sistema assicurativo e mutualistico in agricoltura facente capo al Codipra, nell’anno 2024 ha liquidato oltre 36 milioni di euro per danni causati all’agricoltura trentina. Con un indice sinistri/premi, di circa il 0,62%, contro il 400% liquidato nell’anno orribile, il 2017.
“Stiamo vivendo un momento di particolare evoluzione, cambiamenti climatici, volatilità dei mercati, e continue emergenze fitosanitarie”. Ad affermarlo Giovanni Menapace che nell’incontro con tutti gli esponenti del mondo agricolo, ha lanciato quattro parole d’ordine per il futuro: programmazione, adattamento, fare sistema e sostenibilità.
Dal canto suo la direttrice Marica Sartori, ha affermato come i climatici estremi e condizioni meteorologiche fuori dalla norma hanno messo a dura prova colture storiche come melo, vite e foraggio, imponendo una riflessione profonda sul futuro del settore attraverso una collaborazione costante con la Fondazione Edmund Mach e un impegno concreto nella Gestione del Rischio, il Consorzio di Difesa Produttori Agricoli (Co.Di.Pr.A.) ha affrontato un contesto che sta ridefinendo le regole del gioco per il mondo agricolo, ha proseguito il direttore.
Ma com’è andata la stagione? La prima metà dell’anno ha visto un accumulo di precipitazioni senza precedenti, con oltre 1.000 mm di pioggia registrati in alcune aree come la Valsugana e Trento Sud, pari alla quantità attesa su base annuale. Questo scenario ha determinato ristagni idrici, difficoltà nella lavorazione dei terreni con ritardi enormi nella semina del mais, e ritardi nei trattamenti fitosanitari, aumentando i costi di gestione e riducendo l’efficacia delle operazioni agronomiche. Parallelamente, le temperature medie si sono mantenute sopra la norma, amplificando la pressione fitosanitaria su tutte le principali colture. Eventi meteorologici estremi come le gelate tardive di aprile hanno ulteriormente aggravato la situazione, compromettendo la produttività di diversi comparti. L’impatto di questi cambiamenti climatici non si limita al Trentino. Infatti, il report Città Clima - speciale Agricoltura di Legambiente, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol, sottolinea una particolare preoccupazione per la recente accelerazione: solo negli ultimi due anni, 2023 e 2024, si sono verificati 79 eventi estremi, oltre la metà del totale registrato nell’ultimo decennio, con gravi ripercussioni per il settore.
Gli effetti sulle coltivazioni trentine: i meleti hanno registrato una riduzione produttiva stimata tra il 7% e il 9%, dovuta principalmente al gelo, mentre il comparto vitivinicolo ha sofferto una contrazione dell’11%, aggravata da malattie come la peronospora. Quest’ultima, favorita dalla bagnatura prolungata delle foglie, ha imposto un monitoraggio serrato e trattamenti ravvicinati, in particolare per i produttori biologici. I numeri della Gestione del Rischio Grazie alla Polizza Collettiva e ai Fondi Mutualistici promossi da Co.Di.Pr.A., il sistema agricolo ha potuto contare su una rete di protezione efficace. In dettaglio queste le liquidazioni: 26,5 milioni di euro sono stati destinati ai meleti, seguiti da 5,5 milioni per i vigneti e 4,4 milioni per altre colture. Gli eventi atmosferici più dannosi sono stati il gelo, responsabile di 21,3 milioni di euro in risarcimenti e la grandine, che ha provocato perdite per 10,7 milioni di euro. Il sostegno pubblico è storicamente importante, dal 2018 può arrivare sino a un massimo del 70% del premio assicurativo ammissibile a contribuzione, assestandosi a livello nazionale su una percentuale media del 60% della spesa.
Negli ultimi anni la crescita esponenziale dei danni a livello di Paese con il conseguente aumento dei tassi e la crescita dei valori assicurati ha determinato la necessità di razionalizzare la spesa pubblica e renderla coerente e sostenibile rispetto al budget importante (dal 2023 quasi 300 milioni all’anno) messo a disposizione dalla PAC per il capitolo della Gestione del Rischio ma non sufficiente. Un percorso per una maggiore efficacia della spesa pubblica è stato avviato con il Piano di Gestione dei Rischi 2024 ma serviranno azioni ancora più coraggiose nel 2025 per raggiungere un livello di sostenibilità di medio periodo.