Troppa neve in Trentino, cervi e caprioli fanno scorpacciate di gemme
I frutticoltori costretti a fare i conti con i danni provocati dagli animali che cercano nei campi il cibo che non riescono a trovare nei prati ricoperti di neve
TRENTO. Un inverno così ricco di neve come quello dal quale stiamo uscendo, con tutti i problemi che ha creato (basti pensare alle tante valanghe e slavine), lascia in eredità anche non pochi problemi ai frutticoltori, in particolar modo a quelli di montagna.
La presenza sul territorio di un consistente numero di cervi, caprioli e lepri, che per colpa del manto nevoso a coprire i prati non trovavano il modo di sfamarsi, ha portato gli animali a puntare su di un cibo alternativo: le gemme delle piante di melo. Considerato che la neve ha sfiorato il metro di altezza in molti punti, gli animali si sono trovati giusto alla loro altezza i rametti dei meli coperti di gemme e le hanno mangiate in abbondanza.
Sul problema in questione ne parla uno degli storici tecnici del Centro Trasferimento Tecnologico di FEM, Massimo Prantil: “I frutteti, anche dopo un’annata ottima come il 2020, si trovavano con una gemmazione molto buona: avviene anche dopo un’annata di produzione abbondante perché i frutticoltori gestiscono i frutteti con accortezza puntando a un buon diradamento dei fiori prima e dei frutticini poi. Questa tecnica si è dimostrata vincente nel senso che si può ottenere un’ottima produzione tutti gli anni, ovviamente calamità atmosferiche permettendo”.
I maggiori danni causati dalla selvaggina sono stati causati da lepri, caprioli e cervi, che sono scesi dai boschi affamati e non hanno trovato di meglio che mangiare le gemme dai rami dei meli. Ma in talune zone le lepri hanno anche rosicchiato la corteccia della pianta compromettendone la stessa sopravvivenza.
Ma quali potevano essere in rimedi? "In Alta Valle di Non molti contadini hanno portato delle balle di fieno sulla neve in modo da offrire un cibo più comodo e pronto anziché andare a mangiare le gemme. Un’altra difesa possibile è quella delle reti intorno al frutteto ma c’è un problema di costi. Infine, esiste la possibilità di un trattamento con un prodotto repellente che ha dimostrato di funzionare bene contro cervi e caprioli, ma non ha nessun effetto sulle lepri che proseguono imperterrite a mangiare le gemme dei meli. Per quantificare i danni ora è presto, dipende molto dalla fioritura: se ci fosse un’ottima fioritura, come quella del 2000, probabilmente il danno sarebbe più contenuto mentre con una fioritura più incerta la situazione potrebbe essere molto diversa”.
Queste giornate molto calde possono compromettere lo sviluppo della vegetazione dei meli? “Assolutamente no, non vediamo nessuna controindicazione, le piante cominceranno a muoversi, certo, una fioritura anticipata come quelle degli ultimi anni espone molto di più le piante al rischio gelate. Se invece tornerà il freddo come è ipotizzato, si avrà un rallentamento auspicato".