l’evento

Più di 100 eventi per celebrare le bollicine del Trentodoc

In vista della terza edizione del Festival, parola al presidente dell’Istituto Trentodoc Stefano Fambri


Carlo Bridi


TRENTO. Con le uve base spumante ormai in cantina, ci avviciniamo alla terza edizione del Trentodoc Festival, un’edizione che si preannuncia spumeggiante, visto l’esito oltre ogni previsione delle prime due edizioni, che hanno visto esauriti tutti i posti previsti per i vari eventi.

Un ruolo centrale nell’organizzazione dell’evento, lo ha avuto l’Istituto Trentodoc, del quale dà alcuni mesi è presidente il direttore di Nosio, Stefano Fambri. A lui, abbiamo posto alcune domande su questo suo primo appuntamento come presidente del Trentodoc.

Fambri esordisce sottolineando “di essere molto orgoglioso delle prime due edizioni del Festival che grazie anche alla collaborazione con il Corriere della Sera, ha avuto un grande effetto mediatico anche al di fuori del nostro territorio. Gli appuntamenti organizzati sono andati esauriti sia in città che presso le case spumantistiche partecipanti, evidenziando l’interesse e l’attenzione crescente verso questo evento e verso le bollicine di montagna. Per l’edizione 2024, saranno più di cento gli eventi organizzati e tutti si metteranno in gioco, dalle piccole alle grandi realtà, offrendo nuove e molteplici esperienze all’ospite".

Fambri, prosegue: “Insieme a Trentino Marketing, abbiamo collaborato con Rcs-Corriere della Sera per costruire un palinsesto ricco, con relatori che approfondiranno i temi di attualità del mondo del vino, proporranno spettacoli, momenti di svago, parleranno di abbinamenti e di suggestioni culinarie e condurranno oltre 20 degustazioni guidate. Negli anni abbiamo lavorato prestando attenzione a due aspetti fondamentali: la qualità del prodotto e la sua reputazione. Da un lato, gli enologi hanno lavorato con grande impegno per sviluppare il potenziale qualitativo del Trentino spumantistico e dall’altro gli associati, hanno condiviso all’unanimità la strategia di promozione, tesa ad acquisire sempre più autorevolezza in Italia e nel mondo. Da sottolineare un mercato favorevole con la crescita di interesse per gli spumanti in generale, che hanno accelerato il processo di riconoscibilità del marchio Trentodoc un prodotto che viene commercializzato ancora per l’85% in Italia con prezzi interessanti”.

Certo, il contesto generale, prosegue il presidente, ha influenzato il rialzo del prezzo medio ma va evidenziato anche l’impegno delle aziende associate nel proporre al mercato prodotti di elevata qualità: basti pensare che tutte le case spumantistiche allungano di molto i tempi di riposo sui lieviti previsti dal disciplinare, proponendo sul mercato Trentodoc eleganti ed evoluti. I consumatori sono sempre più attenti e desiderosi di scoprire e degustare tutta la gamma e abbiamo registrato una crescita importante per le tipologie dei millesimati e delle riserve, fenomeno che ha generato un aumento di valore per Trentodoc. Non dimentichiamo che il Trentino rappresenta una delle principali regioni per il metodo classico a livello internazionale, con un’area produttiva situata per intero in un territorio di montagna. L’altitudine, insieme all’esposizione dei vigneti favorisce il mantenimento di un corretto rapporto fra grado zuccherino e acidità e di tutti quegli elementi che privilegiano la produzione del metodo classico. Uomo e ambiente, insieme, forgiano prodotti che hanno dimostrato di essere capaci di attrarre interesse con il Trentino che può vantare come suo elemento distintivo le Dolomiti, patrimonio mondiale dell’umanità. Le case spumantistiche associate sono proattive e monitorano la situazione grazie agli agronomi, ai ricercatori, alla loro esperienza e all’innovazione tecnologica. La loro sensibilità verso il territorio e la determinazione nell’assicurare al consumatore un Trentodoc di qualità, li spinge ad adottare azioni preventive sia in cantina che in vigna. Il Trentino è un territorio di montagna ed è favorito, dal momento che offre ai produttori la possibilità, al bisogno, di elevare la quota di coltivazione della vite. Prima di questo abbiamo a disposizione altri strumenti come la giusta esposizione dei vigneti e le giuste diversità di suolo, che possono fronteggiare positivamente questo genere di avversità. Centrale è inoltre per le aziende il tema della sostenibilità curata con grande attenzione, conclude il presidente Fambri.













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