Nosio, bilancio positivo nonostante le difficoltà del mercato e i costi elevati
L’utile netto ha toccato i 2.300.620 euro con un più di oltre il 10%. Rigotti: «Abbiamo lanciato anche i vini low alcool e siamo pronti a partire su larga scala»
MEZZOCORONA. Assemblea annuale, la numero 27, di Nosio Spa. (subholding del Gruppo Mezzacorona per la commercializzazione e gli investimenti) ieri, venerdì 6 dicembre, presso il PalaRotari di Mezzocorona.
“Il bilancio 2023-2024 di Nosio, chiuso al 31 luglio 2024, è positivo se noi andiamo a considerare la pesante situazione generale economica segnata dalle difficoltà di mercato, dall’aumento dei costi e dalla forte crescita dei tassi di interesse. Tassi che ora stanno calando, come i costi di produzione, ma non nella misura auspicata”. Ad affermarlo, Luca Rigotti, presidente di Nosio oltre che del Gruppo Mezzacorona, affiancato dal direttore di Nosio Stefano Fambri e dal direttore generale del Gruppo, Francesco Giovannini.
Il fatturato dell’esercizio dall’1 agosto 2023 al 31 luglio 2024, è stato di 134.312.668 euro, sostanzialmente stabile con un leggero calo rispetto ai 137.113.333 euro del 2023. L’utile netto ha toccato i 2.300.620 euro con un più di oltre il 10% rispetto ai 2.025.683 euro dell’anno precedente. Il patrimonio netto ha raggiunto gli 82.744.493 euro in confronto agli 82.243.873 euro del 2023.
Sono lontani anni luce i tempi nei quali dopo i grandi debiti contratti per la realizzazione del nuovo stabilimento, c’era chi dubitava sulla capacità del Gruppo di rientrare. Il dividendo deliberato è stato di 7,5 euro per azione. Gli azionisti al 31 luglio 2024 erano 451: le obbligazioni sono prossime alla scadenza e i sottoscrittori, in larga parte soci e dipendenti sollecitano il rinnovo. Questo, nell’interesse sia dei soci che hanno una buona remunerazione del capitale investito, che della società che così ha una massa di 13 milioni di euro a condizioni interessanti. L’export si conferma al di sopra dell’80% delle vendite, sviluppate in oltre 70 Paesi del mondo. C’è un grande punto di domanda sull’export negli Usa che rappresentano circa il 30% del totale, con l’avvento il prossimo gennaio di Trump alla presidenza.
Ma quali sono le linee guida per lo sviluppo della società a livello gestionale e commerciale per il futuro? Le hanno illustrate il presidente Rigotti, il D.g. Giovannini e il direttore di Nosio Spa, Fambri. Si tratta di un impegnativo programma di iniziative e progetti sia sul mercato italiano, sia sui mercati internazionali già molto presidiati (Usa, Germania ed area tedesca, Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Scandinavia, Canada), con l’obiettivo di crescere ulteriormente specie nell'Estremo Oriente (Giappone, Corea del Sud, Cina), nell’Europa Orientale (Polonia, Cechia, Paesi Baltici) ed in America Latina.
Nell’ambito del Gruppo Mezzacorona, Nosio S.p.A. controlla le due società che gestiscono le aziende agricole siciliane con quasi 1000 ettari di proprietà, la produzione dello spumante Rotari Trentodoc, gli imbottigliamenti dell’intero Gruppo e la commercializzazione per tutte le società. Nosio S.p.A. Molto interessante il numero dei collaboratori, che sono ben 146.
Ma analizzando il bilancio si riscontrano notevoli differenze fra i vari tipi di vino: “Le bollicine Rotari - ha affermato Fambri – continuano con il trend molto positivo: ad oggi rappresentano il 15% del fatturato ma appena pochi anni fa era al 5%. I vini bianchi si difendono, stanchezza si registra nella domanda dei vini rossi. Vini che sono molto apprezzati a livello locale e in parte nazionale, ma poco o nulla a livello internazionale come il Teroldego Rotaliano e il Marzemino. Con il Teroldego, grazie alla versatilità del prodotto si sono create una decina di linee, per tutti i gusti e tutti prezzi”. “Abbiamo lanciato anche i vini low alcool, e siamo pronti a partire su larga scala, se come promesso, entro l’anno uscirà il decreto che autorizza la vendita di questo prodotto che si potrà chiamare vino, anche se avrà meno di 10 gradi/alcool”, conclude il presidente Luca Rigotti.
In assemblea è stato eletto anche il nuovo Cda in scadenza, che ha visto confermati nel rispettivo ruolo il presidente Luca Rigotti, come vice Paolo Carli, altri consiglieri Alexa Bonfanti, Michele Giovanni e nuovo il prof. Paolo Collini già rettore di Uni Trento al posto di Pardatscher e Donato Pedron.