La Coldiretti è contro il biologico obbligatorio

La decisione del Comune di Vallarsa non piace a Calliari: «È la mortificazione della libertà d’impresa e in questo campo gli agricoltori hanno già fatto molto»


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TRENTO. Coldiretti Trento non ci sta all’imposizione per via regolamentare da parte del comune di Vallarsa di un modello di agricoltura che all’oggi è un modello in larga minoranza. Ossia al biologico «obbligatorio».

« Siamo in presenza - afferma il presidente di Coldiretti Trento Gabriele Calliari - di un regolamento approvato dal consiglio comunale di Vallarsa su proposta del sindaco Geremia Gios per il quale abbiamo dei forti dubbi sulla sostenibilità giuridica». Dopo aver letto e riletto la paginetta e un quarto del regolamento Calliari scuote la testa fra l’arrabbiato e il preoccupato. «Si tratta - prosegue - di una mortificazione della libertà d’impresa sancita dalla Costituzione italiana, noi non potremo mai accettare un’impostazione del genere nel praticare l’agricoltura. E rincara la dose affermando che «si tratta di una inutile e pericolosissima caccia alle streghe. Fa poi specie il fatto che non si riconosca che l’agricoltura italiana è la più pulita anche perché è la più controllata a livello mondiale, va inoltre precisato che la materia è sufficientemente normata sia a livello nazionale che locale, non si capisce pertanto perché si debbano adottare a livello locale normative come quella prevista dal comune di Vallarsa, anche perché non abbiamo certo bisogno di ulteriori lacci ma semmai di semplificazione» sottolinea Calliari. Che così prosegue il suo ragionamento: «questi amministratori locali con il professor Gios in testa, dovrebbero sapere che nessun’altra attività economica si è data già negli anni Ottanta una normativa con i protocolli di autodisciplina che nessuno aveva imposto. Si tratta di una serie di norme molto coraggiosa per quell’epoca che in taluni casi hanno anche compromesso lo stesso reddito degli agricoltori. Ma vorrei sottolineare un altro aspetto - precisa il presidente di Coldiretti - con queste iniziative si crea confusione e si fa del terrorismo psicologico contro un settore che più di ogni altro si è fatto carico della tutela dell’ambiente e del territorio oltre che della produzione di frutta, verdura e quant’altro sicuramente salubri». Ricorda quindi «la battaglia che da anni Coldiretti nazionale porta avanti per un più corretto e trasparente rapporto fra produttori e consumatori, per questo pretendiamo che ad ogni livello venga riconoscano il nostro impegno che non è mai venuto meno. Non abbiamo mai negato che ci siano delle criticità, ma le abbiamo affrontate con serietà, professionalità e coraggio imprenditoriale per questo pretendiamo da parte delle amministrazioni locali un approccio totalmente diverso da quello adottato in Vallarsa nell’affrontare una tematica così delicata in un settore all’attenzione dell’opinione pubblica. Un esempio? Oggi il settore agricolo è quello visto con maggiore simpatia da parte dei giovani che stanno tornando alla terra per fare gli imprenditori preparati e competenti, questi non vanno ostacolati ma aiutati, è interesse di tutti».

Gabriele Calliari conclude con una affermazione molto precisa che è anche una richiesta: «non ci siamo mai opposti al rispetto di buone regole, ma devono essere ispirate al buon senso».

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