Il Trentingrana alla ricerca di nuovi mercati
Nel 2024 il brand ha registrato un fatturato superiore ai 41 milioni di euro, che hanno generato vendite in forme per il 53%, prodotto confezionato per il 35%, e prodotto grattugiato per il 12%
TRENTO. Nel momento in cui sembra che il processo di fusione fra la Latte Trento e il caseificio di Rumo stia proseguendo la sua marcia senza intoppi, il Consorzio Trentingrana Gruppo Formaggi del Trentino, ha tentato il suo rilancio con un convegno organizzato assieme alla Federazione Provinciale Allevatori, dal significativo titolo: “Contratto di filiera Trentingrana: il sapore della qualità sostenibile”.
Con l’occasione dopo gli interventi di apertura del presidente di Trentingrana-Concast Stefano Albasini, e di Giacomo Broch presidente della Federazione Allevatori, sono stati presentati gli obiettivi di un progetto che rappresenta uno dei principali strumenti dei contratti di filiera, includendo tutte le fasi della produzione, trasformazione e commercializzazione, finalizzati a superare le criticità del momento che hanno pertanto ad un netto calo dei conferimenti del prodotto. Il presidente Broch, nel suo saluto ha sottolineato la delicatezza del momento per il comparto zootecnico trentino e l’importanza che il settore sappia marciare unito e senza contrapposizioni.
Il Consorzio con questa iniziativa, prova ad ipotizzare delle linee di sviluppo per il futuro con l’obiettivo di individuare sbocchi più remunerativi anche in considerazione che siamo in una fase di trend positivi per i formaggi duri e di valorizzare anche la propria offerta con nuove referenze come i cubetti di Trentingrana e Trentingrana grattugiato. Ciò, in considerazione del fatto che queste nuove referenze rendono molto di più della vendita in forma intera.
Intanto il Cda del consorzio ha anticipato i numeri sull’andamento del 2024, per la linea Trentingrana che ha registrato un fatturato superiore ai 41 milioni di euro, che hanno generato vendite in forme per il 53%, prodotto confezionato per il 35%, e prodotto grattugiato per il 12%, con una crescita maggiore rispetto al 2023. Questo si tradurrà in un’ottima liquidazione per il prodotto conferito nel periodo luglio 23 e giugno 24, afferma in una nota il Cda.
E la situazione si sta dimostrando molto favorevole anche in questo inizio 2025: le quotazioni dovrebbero rimanere stabili nel medio periodo, cosa che fa ben sperare per l’intero comparto. E’ in questa ottica che il Consorzio continua ad investire nella valorizzazione del Trentingrana, consapevole che il mercato dei formaggi duri offre maggiori garanzie di stabilità e redditività nel lungo periodo rispetto ad altre categorie di latticini. Questa nuova realtà ha permesso al Cda nell’ultima seduta del 2024 di deliberare un maggiore acconto di fine anno, pari a 1,5 euro/kg sia per il Trentingrana che per il burro. Il convegno di oggi, aveva l’obiettivo di presentare il contratto di filiera ed è stato promosso dal Consorzio Caseifici Sociali del Trentino, e coordinato dal Ciheam di Bari, con il coinvolgimento di ben 4 enti di ricerca nazionali.
Compresa la Fondazione Mach. Il progetto è stato selezionato dal MIPAAV e si è posizionato all’8° posto su 318 domande di accesso alle agevolazioni. Esso coinvolge 18 imprese agricole attive nella produzione in quattro regioni, oltre 5 imprese di trasformazione, confezionamento e commercializzazione, in Trentino Alto Adige e 5 centri di ricerca. Gli investimenti ammissibili a contributo degli oltre 43 miliardi e 800 milioni totali, ben il 78% vanno ad aziende del Trentino-Alto Adige. Si tratta di un progetto finanziato dal PNNR, che valorizza l’intera filiera trentina, dagli allevamenti alla trasformazione, fino alla commercializzazione, ha spiegato il presidente di Concast- Trentingrana.
Il progetto di ricerca, della durata di 36 mesi, è stato presentato oggi alla Federazione allevatori. Molti gli studi finanziati con il progetto, in parte a fondo perduto ed in parte a prestito, e puntano alla valorizzazione dei sottoprodotti della lavorazione al ruolo delle specie microbiche nei sieroinnesti agli indicatori di biodiversità considerata questa importante nel raggiungere un progetto che sia sostenibile dal punto di vista economico, ma anche ambientale e sociale.