Agricoltura

Castagne, stagione difficile: raccolto in calo e prezzi in ascesa

La produzione risulta sotto la media degli ultimi cinque anni, siamo nell’ordine di 1500 quintali


Carlo Bridi


TRENTO. In un’annata climaticamente anomala come questa le conseguenze hanno interessato anche la produzione di castagne, infatti sono maturate oltre due settimane dopo la media e la produzione è stata scarsa, la pezzatura non molto grossa, perché la nevicata arrivata fino ai circa 1500 metri degli ultimi giorni di settembre ne ha bloccato lo sviluppo.

La produzione risulta sotto la media degli ultimi cinque anni, siamo nell’ordine di 1500 quintali.

Ad affermarlo Luigino Leonardi, appassionato castanicoltore. La maggior parte dei produttori che hanno prodotto da commercializzare sono soci della cooperativa castanicoltori del Trentino, presieduta da Leonardi, in quel di Drena.

La cooperativa nasce 30 anni orsono, esattamente nel 1994, e raccoglie produttori del Trentino Alto Adige. Per quanto riguarda il Trentino la cooperativa riunisce in un’unica rete diverse aree castanicole: dalle Giudicarie alla Rendena, dall’Alto Garda alla Val Lagarina, dalla Val di Cembra alla Valsugana. Il gusto dei nostri marroni, precisa subito il presidente, Leonardi, “è unico, ed è presente in questa serie esclusiva di prodotti che riportano alla mente lo splendore dei colori ed il phatos dei valori arcaici del castagneto secolare”.

Sono proprio i castagneti secolari, si parla di 300 anni, che hanno attirato anche l’attenzione della Provincia che che lo scorso anno ha aperto un bando per garantire finanziamenti per la potatura delle piante secolari, per le altre cure colturali. Bando al quale hanno partecipato ben 280 produttori, in maggioranza piccoli produttori che producono soltanto per l’autoconsumo o per le tante feste della castagna che tradizionalmente in autunno vengo organizzate in Trentino.

In totale i produttori di maroni sono stimati in circa un migliaio, afferma il presidente, e coltivano complessivamente 240 ettari di castagneti, nella maggior parte castagneti storici, salvo una piccola parte che è stata messa a dimora negli ultimi vent’anni. Ma anche in questo caso puntando sul marone della Valsugana e di Drena e lasciando ben presto perdere i famosi ibridi giapponesi che hanno una grossa pezzatura ma dal punto di vista qualitativo non hanno nulla da spartire con il marone trentino, afferma Leonardi, che prosegue: per noi produttori trentini ancor prima che economico il valore dei nostri maroni è sociale, culturale e paesaggistico. Non c’è nulla di più bello nelle nostre vallate di un castagno secolare, sono testimoni vegetali della nostra storia, delle nostre tribolazioni, dei tempi in cui i maroni erano usati come baratto per poter avere qualche quintale di mais, per sfamare con la polenta le molte famiglie numerose dei nostri paesi. Si tratta sempre di produzioni a trattamenti zero, si pratica solo la potatura ogni 4-5 il taglio regolare dell’erba, e la concimazione.

Al fine di valorizzare meglio i marroni, i produttori aderenti alla cooperativa, hanno preso contatto con dei laboratori specializzati per fare i marroni canditi grappa, i maroni canditi Gewurztraminer, canditi Nosiola, canditi sciroppo, canditi vaniglia, canditi cacao per arrivare alla birra castanea 6%, delle vere delizie anche se un po’ costose. Il prezzo dei marroni quest’anno è aumentato in media del 10% conclude il presidente.













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