Allarme per il 2021: “Un’impresa su quattro rischia di chiudere”
Lo ha detto Claudio Corrarati, presidente della CNA Trentino Alto Adige
“Una piccola impresa su quattro teme di chiudere nel 2021 se l’attuale stato di difficoltà dovesse protrarsi nei mesi a venire. Sono necessari interventi non solo statali, ma anche delle Province autonome di Bolzano e Trento per mettere in sicurezza il tessuto economico e i posti di lavoro”.
Bolzano. Lo afferma Claudio Corrarati, presidente della CNA Trentino Alto Adige, prendendo spunto dall’indagine condotta dal Centro studi CNA (artigiani e piccole imprese) tra gli iscritti alla Confederazione dal titolo “Pensare a un futuro senza Covid. Le aspettative delle imprese per il 2021”.
Il 74,1% delle imprese coinvolte nell’indagine ritiene che la caduta del prodotto interno lordo nazionale e provinciale registrata nel 2020 possa essere recuperata solo parzialmente nel 2021. Il 23,1%, invece, è ottimista e crede che si sia in grado di riconquistare rapidamente i livelli pre-Covid. I comparti che il confinamento ha fermato o ha rallentato in maniera sensibile (dal turismo ai servizi per la persona) propendono per una visione negativa, mentre mostra più fiducia chi opera nei servizi per le imprese, nell’impiantistica, nelle costruzioni.
A fronte di un 32,9% complessivo di imprese che nel 2021 ritiene di crescere, il 40,1% è convinto che nel 2021 non tornerà ai livelli precedenti. Il residuo 27% ha addirittura paura di cessare l’attività nei prossimi mesi. La palma dell’ottimismo va al comparto edilizio (il 46,5% è orientato favorevolmente, anche grazie al Superbonus 110% e alle altre agevolazioni per le costruzioni), seguito dal manifatturiero (36,2%). All’opposto, i settori a più accentuato timore di chiusura sono il turismo (43,5% del totale), il trasporto (33,3%) e i servizi per la persona (31,7%), comparti dove tre quarti e più delle imprese hanno subito danni economici gravissimi.
Quali strategie le imprese propongono al governo e alle Province per uscire dalla crisi? Il 36,4% è dell’opinione di continuare lungo la strada tracciata dei ristori, adottando ancora la diversificazione delle zone a seconda della gravità della situazione sanitaria. Il 35,6% ritiene che le ragioni dell’economia siano prioritarie e debbano essere evitati nuovi confinamenti. Quasi quattro su cinque (il 78,7%,) ritengono che il governo e le Province debbano garantire un adeguato sostegno alle imprese.
“I dati dell’indagine CNA – aggiunge il presidente Corrarati – fotografano la situazione esistente anche in Alto Adige e in Trentino. Le due Province Autonome ne tengano conto per modificare i bilanci appena approvati secondo le esigenze che si manifesteranno. Sono necessarie risorse per tenere in piedi le aziende in crisi, consapevoli del fatto che alcuni settori non sono a rischio e altri sono sull’orlo del baratro. La forza dei nostri territori, da decenni, è il tessuto economico bilanciato tra artigianato, industria, agricoltura, commercio e turismo. Il cedimento di uno o più settori farebbe crollare anche gli altri. La tenuta del sistema necessita misure rapide, chiare, chirurgiche, mirate, efficaci. I ristori provinciali dovranno compensare le misure statali”.