Trentino industriale raccontato con 7 storie fotografiche
BORGO. "Il lavoro che cambia" ovvero sette storie, altrettante realtà industriali trentine raccontate attraverso la fotografia e visibili negli spazi di Palazzo Ceschi, sede della Comunità di valle....
BORGO. "Il lavoro che cambia" ovvero sette storie, altrettante realtà industriali trentine raccontate attraverso la fotografia e visibili negli spazi di Palazzo Ceschi, sede della Comunità di valle. Un progetto promosso da Arci, Cgil, Provincia e Inu (Istituto nazionale di urbanistica) sezione Trentino, con il contributo di Fondazione Caritro. Già presentato al Mag, il Museo Alto Garda, il progetto approda ora a Borgo.
«Anche in Trentino nella seconda metà del secolo scorso è iniziato uno sviluppo industriale che ha modificato il territorio», ha spiegato Stefano Albergoni. Uno sviluppo che, indipendentemente da come sono andate le cose (si va dai successi imprenditoriali ai fallimenti, dalle riconversioni ai conflitti tra interessi diversi) ha lasciato e lascia ancora evidenti segni sui territori e nelle comunità che li abitano. Grazie alla ricerca nell'archivio fotografico storico della Provincia, da cui sono emerse importanti immagini realizzate da importanti fotografi trentini, alle fotografie aeree di proprietà della Provincia e dell'Istituto geografico militare e agli scatti attuali affidati al fotografo Luca Chistè, si sono potute raccontare queste storie. Sette quelle selezionate, altrettanti ambiti di sviluppo industriale, di trasformazione del territorio, di lavoro: c'è la pianificazione urbanistica e la trasformazione del paesaggio della Busa con riprese cartografiche aeree, la città industriale di Rovereto e la sua espansione, con simboli quali l'ex Marangoni, Trento con la grande area vuota dell'ex Italcementi, di cui rimangono solo le due ciminiere. E poi "La bella impresa" come è stata chiamata, l'esempio di industria virtuosa: la Nones di Spini di Gardolo ora riconvertita al terziario, ma anche le cartiere di Condino che hanno dato e continuano a dare lavoro alla valle. Infine Pergine con l'Isi, chiusa negli anni ’90 e ora sede del Bic e l'Acciaieria di Borgo con la sua storia travagliata e il conflitto di un azienda pesante che già alla sua nascita, nei primi anni ’70, provocò un aspro confronto tra chi sosteneva l'industrializzazione e quindi posti di lavoro per frenare disoccupazione ed emigrazione e chi invece metteva al centro la tutela ambientale, paesaggistica e della salute. Scontri che proseguono, immutati, ancora oggi.
Luca Chistè ha quindi illustrato il proprio lavoro annunciando la realizzazione di un workshop di fotografia insieme agli studenti dell'istituto Degasperi e a quelli del Cpf Enaip di Borgo.