«Passo Rolle, la nostra scelta è vincente»
L’assessore provinciale Mauro Gilmozzi ha illustrato al “Trentino” il progetto del tracciato che passa per l’area “Busa Bella”
TRENTO. «Per la variante del Rolle non abbiamo ragionato pensando ai costi, ma al modo più opportuno ed efficacie per razionalizzare la viabilità che collega San Martino al Passo». Sottolinea questo obiettivo prioritario, l’assessore Mauro Gilmozzi, nel fare il punto sul progetto, attualmente alla Via, che intende rendere più sicuro l’accesso, per chi sale da San Martino di Castrozza al valico che divide il Primiero dalla valle di Fiemme. Un progetto che, è innegabile, costa meno di altri (la richiesta, ma anche accantonata, galleria paravalanghe), ma «che è stato studiato e redatto dopo un aperto confronto con il territorio», aggiunge Gilmozzi.
Ospite della nostra redazione a Trento, l’assessore, accompagnato dall’ingegner Carlo Benigni, ha voluto illustrare filosofia e concretezza che hanno accompagnato un progetto che ha preso le mosse nel 2014 all’indomani dell’ennesima valanga che ha bloccato l’accesso primierotto a Passo Rolle. «Un progetto partito tamponando, ma che ha guardato molto più in là, verso soluzioni concrete e fattibili. Soprattutto che potesse dare risposte definitive al problema valanghe riuscendo a coniugare un basso impatto ambientale e paesaggistico con la compatibilità con progetti futuri», ha ricordato l’ingegnere. Iniziato con uno studio delle valanghe. Dalla loro localizzazione specifica e dalla periodicità, stabilendo quindi i vari gradi di rischio. Una base di partenza che ha permesso di scegliere la strada più opportuna da seguire. «E che ora è condivisa - ha sottolineato Gilmozzi -. Anche perché, nel valutare le ipotesi progettuali, abbiamo voluto coinvolgere il Comitato per l’ambiente, che a breve dovrebbe emanare un proprio comunicato ufficiale in merito».
Il punto maggiormente a rischio è proprio quello nel quale è scesa la valanga del 2014. Da qui la valutazione di soluzioni alternative. Già perché lasciando il tracciato attuale o si faceva la galleria o si sarebbe dovuto provare a cambiare il volto del versante con impattanti reti paravalanghe e massi sistemate praticamente ovunque. Soluzione non esattamente a basso impatto paesaggistico. Ecco allora la scelta attuale. Quella che passa per Busa Bella. Una scelta prima osteggiata e quindi condivisa anche se qualche voce fuori dal coro è rimasta. «Ma non devono inquietarsi per le marmotte o per il rischio di valanghe o di interferenza con le falde acquifere – sottolinea Gilmozzi -. Anche perché per le colonie di marmotte abbiamo pensato a soluzioni per non creare loro problemi, mentre per le falde i problemi semmai sono legati all’attuale tracciato, destinato a sparire, che invece sì interferisce con le falde. Interrompe, infatti, una continuità biologica che potrà venir ripristinata. Quanto al rischio valanghe basta osservare la mappa e si comprende bene come quello sia altrove rispetto al nuovo tracciato».
La scelta di passare per Busa Bella è però legata anche ad altre questioni ambientali. Quelle legate ai movimenti di terra. Per realizzare la galleria chiusa sarebbero stati prodotti 80 mila metri cubi di materiale in esubero su un movimento di terra di circa 120 mila metri cubi. E da qualche parte quella terrà andava messa. Una soluzione non semplice da affrontare. La variante per Busa Bella invece necessità dell’aggiunta di 30 mila metri cubi di terreno. Un peso certamente non indifferente nelle scelte è legato all’impatto visivo che una galleria paravalanghe “aperta” avrebbe avuto. Basta osservare i rendering e la risposta arriva da sé.
Come ha sottolineato Gilmozzi la voce costi non è stata condizionante anche se un peso nelle critiche al progetto, forse perché da qualcuno “risparmio” è stato interpretato come “non attenzione per il territorio”, lo ha certamente avuto. Un problema superato per la gioia del tesoriere della Provincia. «Spenderemo dai 6 ai 6,5 milioni di euro dopo essere partiti da 4 e mezzo – spiega Gilmozzi -. Questo perché abbiamo seguito le indicazioni e i contributi migliorativi del progetto. Fare la galleria è innegabile che sarebbe costato molto, ma molto di più: dai 15 ai 20 milioni. Spendendo meno raggiungiamo però un obiettivo sicuramente molto migliore sul piano paesaggistico e ambientale. E che ci permette di inserirlo in un progetto più complesso di recupero e valorizzazione di Passo Rolle che passa dalla realizzazione, a breve, del parcheggio, che è passato dall’abbattimento dell’ex albergo Passo Rolle e passerà dall’abbattimento della ex caserma Ferrari della Guardia di Finanza al posto della quale sorgerà della nuova ricettività».
Come ricordava l’assessore il progetto di variante stradale attualmente è alla Via. «Contiamo di iniziare i lavori nella primavera del 2019 e di concluderli per fine estate del 2020», spiega l’ingegner Benigni.
Ma Gilmozzi, nel parlare di Primiero, ha voluto anche ricordare un altro passo fondamentale per la valle: la lungamente attesa galleria dello Schener. «Noi come Provincia abbiamo messo 7,5 milioni, mentre 8 sono investiti dai Comuni di confine e 2,5 dalla Regione Veneto che ha pronto il progetto e appalterà poi i lavori - spiega l’assessore -. L’accordo c’è e basta che Zaia firmi il protocollo. Il resto è pronto».