L’addio a Daniele tra ali di moto
La tragedia di Spera. Piccola frazione di Castel Ivano in lutto. Domani alle 17 il funerale. Gli amici: «Ci diceva che nel caso gli fosse successo qualcosa, il desiderio per il suo ultimo viaggio era avere al proprio fianco un gran numero di moto e auto»
Castel ivano. Si terrà domani alle 17 a Spera il funerale di Daniele Bortolon, il 28enne (avrebbe compiuto 29 anni a dicembre) che ha perso la vita domenica pomeriggio salendo sui tornanti di Passo Giau, in provincia di Belluno, scontrandosi con la sua Kawasaki Ninja ZX-6R contro una macchina che arrivava in senso opposto.
La notizia della tragica scomparsa di Daniele è arrivata a Spera nella tarda serata di domenica e molti hanno appreso solo ieri mattina della morte del ragazzo. Un duro colpo per la piccola comunità, 600 anime appena, che da qualche anno insieme a Strigno, Villa Agnedo ed Ivano Fracena, fa parte del Comune di Castel Ivano. Una notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentire e che ha lasciato il paese attonito. Una comunità molto unita quella di Spera: qui tutti si conoscono, Daniele lo hanno visto crescere, diventare adulto, coltivare i propri hobby, in primis i motori. Dalle macchine da rally alle motociclette. Una passione grandissima, in particolare quella per le due ruote: appena poteva saliva in sella alla sua Kawasaki, e così ha fatto anche ieri. Una compagna di viaggio, con cui amava scoprire posti nuovi. Nessuno poteva immaginare che quella sarebbe stata la sua ultima uscita, che da quella bella e calda domenica di sole, ideale per un giro in moto, non sarebbe più rientrato a casa. Nemmeno i suoi genitori, con cui condivideva la medesima passione.
Proprio domenica mattina Daniele aveva salutato mamma e papà, che non avevano mancato di fare le raccomandazioni al figlio: stai attento! Ognuno poi era andato per la propria strada: Daniele, in compagnia di alcuni amici, si era diretto verso il Cadore, mentre i genitori, anche loro in sella alla loro motocicletta, avevano scelto un'altra meta. L’incidente, che non ha lasciato scampo al giovane, è avvenuto verso le 14.30 sul Passo Giau, sopra Cortina, ma i genitori hanno saputo della morte del figlio solo verso le 19: le forze dell’ordine avevano tentato di contattarli sul cellulare, telefonate che purtroppo hanno visto in serata.
Daniele viveva con la famiglia in via Nuova, poco sopra il Municipio. Una famiglia, come detto, molto unita: papà Celso, originario del Tesino, dipendente della casa di riposo di Strigno ora in pensione, insegnante di ballo liscio, mamma Roberta che col marito condivide la passione per il ballo, e il fratello Nicola, di quattro anni più piccolo. Al piano inferiore abita la nonna, mentre il nonno è scomparso da alcuni anni. Sono molte anche sui social le foto di famiglia, dalle quali traspare l’amore e l’orgoglio dei genitori per i due figli. In paese ricordano ancora il bisnonno, il maestro Degiorgio, storico insegnante del paese, così come la prozia Annamaria, sorella della nonna, che era stata anche vicesindaco a Spera.
Famiglia, motocicletta e lavoro: Daniele si era diplomato all’Enaip di Borgo Valsugana in operatore alle lavorazioni meccaniche e aveva lavorato per alcune aziende della zona, dapprima operaio alla Meccanica Reguzzo di Grigno, poi una parentesi alla Q8 a Gardolo, quindi alcuni anni alla Dr Shär di Borgo, come macchinista. Da un paio d’anni lavorava in un’azienda di Lavis. In giro per Spera lo si vedeva poco; amicizie, passioni e lavoro lo portavano spesso fuori paese, come conferma il sindaco di Castel Ivano (e prima ancora di Spera) Alberto Vesco, ancora scosso dalla notizia. «Dispiace, dispiace molto, siamo vicini alla famiglia, a cui va tutto l’affetto della comunità. Ancora non ci credo- spiega- Lo conoscevo, conosco i genitori, una famiglia molto unita. Aveva compagnie fuori dal paese, lavorava via e quindi a Spera non si vedeva spesso».
Il funerale si terrà domani. A salutare Daniele, stringendosi attorno alla famiglia, alla fidanzata Greta, che sui social gli ha dedicato le parole di “Canzone per un’amica” di Guccini, e agli amici, fuori dalla chiesa ci saranno tante macchine e motociclette. Un modo per dirgli addio, e per esaudire un suo desiderio. Come ricorda un amico, infatti, «nel caso gli fosse successo qualcosa, il suo desiderio era quello di avere a fianco, per il suo ultimo viaggio, un gran numero di moto e auto. Per questo vogliamo radunare il maggior numero di mezzi all’uscita della chiesa, in modo da realizzare il suo ultimo sogno».