Immagini dell’emigrazione tesina
Aperta in “Casa dei cintesi” la mostra su 50 anni di storia della valle
CINTE TESINO. “Oltre la Forcella, oltre l’Italia” è il titolo della mostra allestita dal Centro tesino di cultura che dopo il successo della scorsa estate è divenuta ora permanente nei locali della “Casa dei cintesi” di Cinte.
«Una mostra per annodare i fili del tempo e per ricordare l’emigrazione tesina da fine ’800 sino ai primi anni del secondo dopoguerra», spiega la presidente del Centro, Maria Avanzo. Un arco di tempo della durata di un cinquantennio, ma che aveva visto la fine della Prima guerra mondiale, il crollo dell’impero asburgico, il dopoguerra e subito dopo lo scoppio di un altro spaventoso conflitto. Durante questo periodo i tesini avevano dovuto riprogrammare la loro vita: l’attività di vendita delle stampe era finita ed era necessario trovare altre strade, altri modi per sopravvivere. Parte della documentazione è stata trovata tra le carte dell’archivio comunale e molte sono state le testimonianze orali avute dai protagonisti ancora viventi o dai loro congiunti. I quali hanno contribuito a renderle ancora più interessanti supportandole con il loro personale materiale iconografico. Tutto ciò costituisce il contenuto di più di 30 i pannelli.
Le notizie schedate hanno permesso di ricostruire la vita di quel periodo e di conoscere le vicende familiari di chi è stato costretto ad abbandonare la propria casa viaggiando per i cinque continenti. Svizzera, Belgio, Francia, Stati Uniti, Argentina, ma anche Australia e Sudafrica, sono solo alcune delle mete raggiunte dai tanti che, in quegli anni, partirono per l’estero in cerca di fortuna.
Una mostra quindi che ripercorre storie, vicissitudini, gioie e dolori della gente tesina, ma che presta anche particolare attenzione al ruolo avuto dai Paesi esteri nell’ambito del movimento migratorio.
«Un lungo lavoro di ricerca – spiega la presidente Avanzo – che siamo felici di poter condividere con la comunità tesina. Per questo motivo un sentito ringraziamento va al Comune di Cinte per la location e alle due vicepresidenti del Centro Tesino di Cultura Bruna Casata e Graziella Menato per essere riuscite, con il proprio lavoro di mediazione, a rendere permanente questa mostra». (fa.f.)