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Crescono le pecore del Parco Paneveggio

PRIMIERO. Al Parco di Paneveggio Pale di San Martino sono arrivati altri tre agnellini che vanno ad incrementare il gregge di pecore di razza Lamon e Tingola. In tutto sono 11 pecore inserite nel...



PRIMIERO. Al Parco di Paneveggio Pale di San Martino sono arrivati altri tre agnellini che vanno ad incrementare il gregge di pecore di razza Lamon e Tingola. In tutto sono 11 pecore inserite nel territorio all’interno di un progetto di conservazione attivato in Val Canali proprio per procedere e consolidare la reintroduzione delle due razze di pecore, Lamon e Tingola, a rischio di estinzione. La prima razza veniva allevata sin da tempi antichi nel Primiero e nel Vanoi e nell'area bellunese ad Arsiè, Feltre, Fonzaso, Sovramonte e Lamon, dal quale la razza ha preso il nome. La razza Tingola o Fiemmese, veniva allevata nelle vallate delle Dolomiti come la Val Badia, la Val di Funes e la Val d'Ega ed è diffusa anche in Trentino, nelle valli di Fiemme e di Fassa e in alcune zone della Valsugana.

«Oltre gli aspetti della conservazione, come quello di contribuire al mantenimento del territorio e delle zone a pascolo, habitat importanti per alcune specie animali come la coturnice e l'aquila reale - spiega il direttore del Parco, Vittorio Ducoli - l'introduzione di queste pecore permette di valorizzare le lane autoctone chiudendo una filiera da anni dimenticata per ritornare ad utilizzare, sotto varie forme, la lana vergine naturale. La ricostruzione della filiera ha portato al recupero anche di antiche pratiche e saperi, che il Parco sta facendo conoscere e valorizzando con una serie di corsi. Vi partecipano hobbiste e artigiane, per far conoscere le lane delle pecore e far apprendere le varie tecniche: dalla lavorazione a mano del feltro alle varie tecniche di tintura, dall'uncinetto alla filatura a mano con il fuso, dai ferri alle basi della tessitura».

La reintroduzione delle pecore sta progressivamente rendendo partecipi le piccole realtà artigiane che potranno trasformare e rivalutare le varie tipologie di lana e nel contempo creare un ritorno economico e d'immagine per la loro attività ma anche per l'ambito coinvolto, proponendo un prodotto naturale, dalle indubbie qualità salutari, versatile e sostenibile.

Il progetto vede come importanti partner l'Istituto Professionale di Stato per l'Agricoltura e l'Ambiente "Antonio Della Lucia" di Feltre (Vellai), la Federazione provinciale Allevatori Trento e l'Associazione la "Fea de Lamon".













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