Vaia, 500 abeti e larici ripiantati in val di Fiemme
Grazie a una start-up fondata da 3 imprenditori con meno di 30 anni (nella foto tratta da vaiawood.eu)
CAVALESE. Cinquecento abeti e larici verranno ripiantati domani, venerdì 22 maggio, a mezzogiorno in val di Fiemme, in una delle aree più colpite dalla tempesta Vaia.
Un'azione di ricostruzione resa possibile grazie alla start-up Vaia, fondata dagli under 30 Federico Stefani, di Pergine Valsugana, Paolo Milan e Giuseppe Addamo, che con il legno degli schianti realizza amplificatori naturali, i «Vaia Cube»: per ogni pezzo - 6.000 quelli già venduti - ci sarà un nuovo albero.
I primi 500 esemplari verranno quindi piantati domani, in collaborazione con la Magnifica Comunità di Fiemme ed Etifor, azienda privata spin-off dell'Università di Padova, che garantirà la trasparenza del processo. Le operazioni si potranno seguire attraverso una diretta social.
Le fasi prevedono la pulizia del bosco, l'impianto dei giovani alberi, l'assistenza alla ricrescita naturale delle piantine rispettando il piano di gestione forestale regionale; la manutenzione del bosco e il miglioramento delle infrastrutture del bosco danneggiate (sentieri, aree sosta), la certificazione Fsc (Forest Stewardship Council) della foresta e l'identificazione Gps delle aree di progetto.
Il progetto dei tre imprenditori, che proprio recentemente sono stati inseriti nella prestigiosa classifica dei «100 giovani leader del futuro» stilata da Forbes Italia per il 2020, nasce dalla volontà di «trovare una soluzione concreta alla problematica di tutti questi alberi abbattuti e ormai inutilizzabili per le grandi strutture», spiega Federico Stefani. «Da qui l'idea di usare quel legno, considerato ormai inutilizzabile, per creare un oggetto di design che potesse anche lanciare un messaggio forte e allo stesso tempo sostenere la ripresa del territorio».
Ogni Vaia Cube, realizzato dal legno dell'abete della Val di Fassa, usato da sempre per costruire i violini, è un pezzo unico e permette di propagare in maniera naturale qualunque suono inserendo al suo interno il proprio smartphone: «Per noi si tratta di una metafora forte e concreta, una cassa attraverso la quale amplificare ulteriormente il grido di aiuto della natura e mantenere alta l'attenzione sul cambiamento climatico creando allo stesso tempo un progetto sostenibile».