Viki, la correttrice di bozze che anima un salotto letterario
Si sceglie un tema, si scrive un testo e ci si incontra: un’iniziativa nata dall’amore per la scrittura
TRENTO. Come si può trasformare un aperitivo alcolico in un appuntamento analcolico? Si fa appello a tutti coloro che hanno dei testi nei cassetti e si dà loro appuntamento in un bar del centro per una serata di lettura e di discussione. Una sera dopo l'altra prenderà il via la contaminazione con qualche spritz in meno e qualche lettura in più. La ricetta è di Mariavittoria “Viky” Keller che ha inventato “Scripta - appassionati di scrittura”. «Devo riconoscere che è stato un successo anche se la contaminazione ha finito per non essere totale e per avere un po' di tranquillità abbiamo lasciato i locali pubblici per trasferirci in un appartamento dove ci troviamo una volta al mese dopo che tutti abbiamo sviluppato l’argomento che scelgo come input. Quando ci vediamo si legge e si critica quello che ognuno ha scritto con un tempo massimo di lettura di cinque minuti: quei racconti brevi sono stati raccolti in un libro».
Mariavittoria o Viky?
Dipende dalle situazioni. Se sono seria Mariavittoria che è un nome unico che mi piace molto, se lo sono meno va bene Viky che in realtà è il soprannome che mi davano da piccola.
Allora andiamo con Viky che nasce a Trento e dopo il liceo scientifico, lascia l’università alla ricerca di un luogo dove mettersi in gioco per poter valorizzare la sua passione: la scrittura. Ma allora perché il liceo scientifico?
Me lo chiedono in tanti e non ho una risposta. Mi sono sempre piaciute le materie umanistiche e sin da subito ho capito che lo scientifico non era cosa mia, ma l'ho portato a termine lo stesso.
Lascia tutto e cosa inizia a fare?
Mi specializzo in comunicazioni nell’ambito web scrivendo i testi per i siti delle aziende. Faccio anche la correttrice di bozze, do lezioni di internet agli over 60.
Un attimo, la correttrice di bozze è un mestiere che non c’è più.
Invece io continuo a farlo. Ci sono molti siti nei quali ci sono i testi, ma senza nessuna forma. Io lo rimetto a posto e li rendo leggibili.
Poi arrivano i quarant’anni…
Mi sono fatta un regalo. Con la casa editrice Edizioni del faro per la collana “Equilibria” ho pubblicato “DiVento”: una mia raccolta di poesie e di racconti. Diciamo che più che l’ortografia curo la forma.
Un ricordo piacevole di questa vita decisamente alternativa?
Tutte le volte che riesco a far emergere scrittura e poesie. Non si ha idea di quante persone nei cassetti abbiano di tutto, ma si vergognano. Me li portano e cominciamo a discuterli, questo è un momento bellissimo. Soddisfazione anche quando mi hanno scelto per creare la coreografia di uno spettacolo di danza su quanto avevo scritto oppure quando con i miei testi ho interagito con un gruppo di musicisti.
Una delusione invece?
Non riuscire a entrare nelle istituzioni. Sa quanti spazi vuoti ci sarebbero da riempire? Ma forse in questo caso pago il mio essere sola, non aver dietro un’associazione o un gruppo, se li avessi forse risulterei più convincente.
Come si definirebbe?
La giusta definizione sarebbe quella di uno spazio vuoto. Rifuggo le etichette come è successo quando mi descrivevo come una persona fragile, timida, silenziosa e sognatrice. Caratteristiche che sono diventate una sorta di gabbia. Allora dico che forse la mia definizione più giusta potrebbe essere quella di considerarmi libera di essere e di fare tutto quello che posso.
Vogliamo parlare del futuro?
Volentieri. Mi piacerebbe cimentarmi in una sceneggiatura teatrale poetica per raccontare i tormenti dell’animo umano. Il teatro mi affascina perché coinvolge in maniera unica lo spettatore, ma non sono mai riuscita a farlo. Poi mi piacerebbe scrivere un romanzo per il quale ho tutto pronto, mi manca solo il momento. Mi spiego. Ho grande rispetto per la scrittura che non voglio sminuire limitandola ai ritagli di tempo. Quando avrà la possibilità di avere tempo a disposizione, quello sarà il momento giusto per iniziare il romanzo.
Una breve presentazione di DiVento?
Un libro in movimento. Per adesso quello che è stato e quello che è, ma non si sa cosa potrà diventare. Potrei dire che si tratta di una raccolta aperta nella quale il lettore viene colto da una folata di vento che passa e va.
Nella presentazione del libro Viky Keller si racconta così:
Sono acrobata in mondi che non esistono, passeggio in bilico su strade polverose di ricordi e incertezza. Vorrei riuscire a piangere e sorridere nello stesso momento. Diventare brezza sottile, imparare a cantare e contenere nel mio cuore ogni possibilità. Tutto per riuscire a essere un po’ di più. Più simile alla persona che sono dentro.
Lo presenterà?
«Si, lo farò il prossimo mese alla Bookique di Via Torre d’Augusto con la lettura di alcune pagine col tempo scandito dai passi di danza di un gruppo di ballerine. A seguire sempre alla Bookique, DiVento sarà l’apertura del primo incontro del 2023 di Scripta».
E in sostanza si ricomincia il 2023 così com’era finito il 2022.