Vigiliane, la «guerra» dei ristoranti

Confesercenti contro lo stand di piazza d'Arogno: «È concorrenza sleale»


Chiara Bert


TRENTO. Scoppia la polemica dei ristoranti all'ombra delle Feste Vigiliane. Confesercenti contro il chiosco di piazza d'Arogno, accusato di lavorare a pranzo e di accettare i buoni pasto: «È concorrenza sleale, noi non ci stiamo più», attacca Massimiliano Peterlana (Fiepet). La replica di Nicola Malossini: «Se c'è stato uno sbaglio è durato 2 giorni, il problema non siamo certo noi». Che i ristoratori del centro storico non amassero lo spazio gastronomico delle Vigiliane non è cosa di oggi.

Giovedì però è esploso il caso dei buoni pasto accettati, all'ora di pranzo, allo Spazio del gusto di piazza d'Arogno. Ma l'insoddisfazione della categoria va ben oltre e investe l'organizzazione degli eventi in città, se è vero che il presidente della Fiepet Confesercenti Peterlana arriva a minacciare le dimissioni e chiede un incontro urgente con il Comune: «Bisognerà fare una riflessione profonda sull'organizzazione di eventi come Vigiliane e Festival dell'economia. Se non ci sarà un coordinamento che ci coinvolge, andremo al rompete le righe. Ognuno farà quello che vuole, io non chiederò certo ai miei associati di rimanere aperti. Siamo pronti a chiudere i battenti». «Sono molto arrabbiato - continua Peterlana - in questa città non si è capito il valore della sinergia, ognuno tira acqua al suo mulino».

Nel mirino il chiosco delle Vigiliane, gestito dal titolare del Nicky's Nicola Malossini, che sotto il Duomo sforna piatti tipici trentini ma anche tapas: «Hanno deciso di fare ristorazione, e sorvoliamo. Ora la fanno anche durante la settimana, non legata alle feste, e accettano pure i buoni pasto. È concorrenza sleale, una furbata».

Confesercenti si è rivolta all'assessore alle attività economiche Fabiano Condini, che giovedì ha sentito gli organizzatori delle Vigiliane. Il caso potrebbe essere già archiviato, visto che da giovedì il punto ristoro a mezzogiorno ha chiuso i battenti ed è tornato alla tradizionale apertura serale, 18-23.

Si dice amareggiato Nicola Malossini, figlio del patron delle Vigiliane Guido, che gestisce il chiosco: «Il mio obiettivo non è certo creare problemi ai colleghi. L'apertura a pranzo è stata una prova di due giorni, domenica ci era stato chiesto da un gruppo di 100 persone che era in città per un convegno a Sociologia, alla fine sono venuti solo in 30. In tutto avremo fatto 40 coperti, e sui buoni pasto c'è stato un fraintendimento, sono quelli del Comitato organizzatore». «I ristoratori non mi dicano che il problema siamo noi, abbiamo fissato prezzi in linea, semmai più alti, la birra costa 2,50 euro, più che al bar. Per questo spazio pago un affitto di oltre 10 mila euro per 10 giorni di attività». «La crisi c'è per tutti - prosegue Malossini - ma la gente è tutta in centro storico, per la notte bianca noi in periferia chiudiamo i locali. Provino certi colleghi a lavorare fuori dal giro al sass e vediamo».

Ma per la Fiepet il problema è invece proprio la ristorazione delle Vigiliane, che sottrae clienti ai locali del centro: «Se era davvero tutto a posto non avrebbero chiuso dopo le nostre proteste e l'intervento di Condini. Evidentemente hanno la coda di paglia», ribatte Peterlana. Che questa volta chiama in causa il Comune: «Chiediamo un incontro e una riflessione profonda, oppure noi non ci stiamo più e durante le Feste resteremo chiusi».

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