Vaneze, che desolazione

Alberghi chiusi e bar con le serrande abbassate. «Qui manca tutto»


Sara Marcolla


TRENTO. La strada che da Trento porta sul Monte Bondone è una lunga ed interminabile serie di tornanti. Oltrepassiamo Sopramonte, poi Candriai e finalmente ci appare l'insegna che indica l'inizio del paese di Vaneze, primo centro che si affaccia sulle piste da sci, punto di partenza dell'impianto di risalita Tre Tre. Vaneze è il biglietto da visita della montagna dei trentini, un biglietto da visita che tuttavia non attira nessuno. Le automobili che provengono dal fondovalle sfrecciano attraverso il paese, lungo quei duecento metri di strada sulla quale si affacciano alberghi chiusi, bar e birrerie con le serrande abbassate, case di vacanze anch'esse tutte o quasi chiuse. Un paesaggio desolante. E' questa l'altra faccia del Bondone. Accanto alle luci dello sci in notturna, evento che ha attirato migliaia di appassionati della neve, c'è la vita di tutti i giorni, con la crisi economica sempre più pesante e con la scarsità di neve, che ha contribuito a rendere drammatica (questo è quanto dicono alcuni albergatori) la stagione.

Pochi sciatori si fermano a parcheggiare a Vaneze. La maggior parte prosegue fino a Vason. Cerchiamo un bar per prendere un caffè, ma gli unici due esercizi presenti sono chiusi. «Manca tutto - è il commento generale degli albergatori e di chi svolge un'attività. - Vaneze non si può nemmeno considerare un paese». Non c'è traccia di un'edicola o di un supermercato. «Il negozio di alimentari più vicino è a Vason - dice Denis Kodra, responsabile nel noleggio sci Degasperi. - Oppure bisogna scendere a Sopramonte, dove c'è anche l'ultimo distributore di benzina prima di salire verso la montagna».

Chi si ferma lo fa solo per evitare i tanti altri tornanti che portano fino a Norge o a Vason. E gli alberghi chiusi dimostrano che Vaneze non attira nemmeno i turisti. Le insegne all'inizio del paese indicano la presenza di quattro alberghi: Monte Bondone, Zodiaco, Augustus ed Europa. Sono quasi tutti chiusi. Sull'ingresso dell'Europa c'è un biglietto: "Chiuso fino al 30 giugno 2012". Anche la porta del Monte Bondone è chiusa e il buio che vediamo all'interno ci fa supporre che non ci sia nessuno. All'hotel Zodiaco siamo fortunati: è aperto. All'interno il personale ci fa però sapere che l'albergo si ferma per una settimana. «Una stagione da dimenticare». Cosa manca a Vaneze per essere un centro turistico? «Tutto. Supermercato, bar, edicola, trasporti. C'è lo skibus che porta i turisti fino a Vaneze, dove ci sono il campo scuola e i maestri di sci, ma capita che il servizio salti le corse».

Proseguiamo lungo la strada. L'hotel Augustus è aperto. Qui alloggiano turisti provenienti dalla Repubblica Ceca. «Abbiamo sessanta ospiti - spiega il proprietario Massimo Leone -. Ma con la crisi di quest'anno e la neve che non è arrivata sono saltate tutte le prenotazioni di dicembre. Quello che abbiamo perso non si recupera più. I turisti della Repubblica Ceca si fermano in media dai tre ai cinque giorni».

Perché il Bondone non attira turisti? «E' una montagna bellissima - commenta Leone, - vicina a Trento e anche ad altre località turistiche; ci sono piste adatte a tutti, ai bambini per imparare a sciare ma anche agli adulti. Ma qui manca la voglia di realizzare. A Vaneze manca tutto. Non c'è nemmeno un centro. E poi sono necessari degli interventi forti per rilanciare questa montagna: a partire dall'impianto che colleghi Trento con la sua montagna, o alla modernizzazione delle seggiovie».

Saliamo in auto per ritornare a Trento, con un pensiero: la strada per il rilancio del Bondone è una faticosa serie di tornanti.













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