Va a Medjugorje, torna con l’Ak-47
Chiuse le indagini sul 49enne arrestato perché aveva sparato dei colpi dall’auto
TRENTO. Era andato a Medjugorje per un pellegrinaggio ed era in un bar del paese bosniaco quando, parlando del più e del meno, si è trovato nelle condizioni di poter acquistare un kalashnikov originale. E visto che per le armi aveva sempre avuto una grande passione, non si era lasciato scappare questa opportunità. Non pensando che qualche mese dopo «l’affare» lo avrebbe portato direttamente in carcere. Lui è il 49enne Marco Mattei, residente in Vigolana, finito in carcere perché era stato fermato dai carabinieri dopo aver esploso alcuni colpi d’arma. Quando i militari avevano perquisito l’auto (sì perché i colpi erano stati spariti dalla macchina in corsa) avevano trovato anche una «sorpresa»: un kalashnikov. Oltre ad una pistola di fabbricazione croata con relativo munizionamento. L’arresto a fine ottobre e ora le indagini (Mattei si è affidato all’avvocato Andrea de Bertolini) sono chiuse. Ed è stato ricostruito anche l’acquisto dell’Ak-47 avvenuto durante un pellegrinaggio a Medjugorje. L’uomo era entrato in contatto con un bosniaco che, saputo della passione del primo per le armi, gli aveva offerto la possibilità di acquistare, per poche centinaia di euro il kalashnikov. E era lo stesso venditore - che evidentemente aveva dimestichezza in questo genere di commerci - aveva spiegato che il passaggio alle frontiere non sarebbe stato un problema: lui si sarebbe preso l’onere di portare l'arma fino a pochi metri dopo la frontiera fra Slovenia e Italia. E lì era arrivato in passaggio denaro-Ak47. Qualche settimana e poi per il 49enne era scattato l’arresto..