Turismo: stagione invernale in flessione salvata da russi, cechi e romeni
L'Osservatorio Turistico della Montagna segnala peggioramenti delle performance nel periodo natalizio, stabilità a Capodanno e quindi indici di riempimento degli alberghi mediamente positivi fino all'Epifania. In calo gli italiani, aumentano i clienti facoltosi dell'Est
TRENTO. Presenta luci ed ombre la stagione turistica invernale appena conclusa il cui consuntivo "segna la prima autentica flessione del giro d'affari da quando ne 2008-2009 è iniziata la fase recessiva".
L'Osservatorio Turistico della Montagna segnala peggioramenti delle performance nel periodo natalizio, stabilità a Capodanno e quindi indici di riempimento degli alberghi mediamente positivi fino all'Epifania. Poi flessione di arrivi e presenze, soggiorni più brevi a febbraio e marzo, e calo della vendita di skipass anche per il Dolomiti Superski. In generale la montagna rimane la destinazione preferita dagli italiani (dei 4 su 10 che fanno vacanze invernali il 60% sceglie le località invernali) e dai dati emerge che Trentino e Alto Adige si confermano in vetta alle preferenze con il 37%. Secondo l'Osservatorio Turistico della Montagna il bilancio del Trentino presenta un doppio volto.
In generale la maggioranza degli albergatori "parla di un calo leggero delle presenze (-2%) con una diminuzione trasversale dei turisti italiani meno abbienti che accentuano la propensione al risparmio e alla riduzione della spesa". Parallelamente si è registrata la crescita dei turisti stranieri di alto livello: russi, tedeschi esigenti e delle élite romene. Si accentua la presenza di di gruppi organizzati sloveni, cechi e romeni. Spunti positivi emergono dal comprensorio di Folgaria-Lavarone grazie a anche a offerte competitive per famiglie con bambini. L'Osservatorio indica poi nuove energie imprenditoriali in azione sul Monte Bondone, una "complessiva tenuta" a Madonna di Campiglio, una "positiva resistenza" in Val di Fiemme e Valle di Fassa dove "è però mancato un 6% di clienti italiani, sostituito dagli sciatori dell'Est Europa".
La Russia, con circa il 14% delle presenze, sta diventando il primo mercato estero in Trentino. "Situazione di difficoltà" sono segnalate in Val di Sole, Altopiano di Molveno-Andalo-Fai della Paganella e San Martino di Castrozza, dove però - viene detto - "si guarda con ottimismo all'inverno prossimo".
In Alto Adige i comprensori di riferimento (Val Gardena, Val Badia e area di Plan de Corones) difendono la propria leadership di mercato e grazie a una differenziazione dell'offerta migliorano (+1,3%) i positivi risultati della passata stagione. In difficoltà le località sciistiche della Lombardia: nel comprensorio Tonale-Ponte di Legno la stagione si chiude con un meno 3,5% ma una marcata diminuzione di arrivi e presenze si regsitra anche all'Aprica. I dati di Bormio e a Livigno appaiono in linea con quelli della stagione invernale 2009-2010. Stagione positiva secondo gli intervistati per le località sciistiche piemontesi e valdostane dove le settimane bianche (gennaio e febbraio) hanno fatto registrare un incremento degli arrivi (+5%) e delle presenze (+2/3%).
Alla regina delle Alpi, Cortina d'Ampezzo e alle località minori del Veneto è toccata una stagione in altalena. Festività natalizie e di fine anno in contrazione con tassi di occupazione alberghieri al di sotto dell'80%, come non si registrava da decenni, destinato a influire negativamente sui bilanci degli esercenti locali, in quanto si tratta del periodo di maggior carico turistico a prezzi esaltati. Resistono le destinazioni dolomitiche del Friuli Venezia Giulia: le abbondanti nevicate hanno permesso agli operatori di confermare i risultati dell'inverno scorso.