Trento, schiarita nel caso Aeroterminal: la Val di Sole torna a sperare

Il Comune di Venezia ha approvato il piano per rendere edificabile l'area aeroportuale: così i terreni oggetto del fallimento riacquisteranno valore e le funivie Folgarida-Marilleva, coinvolte nel crac, possono sperare di cavarsela



TRENTO. Dopo anni di brutte notizie, Aeroterminal intravvede una luce in fondo al tunnel. Il Consiglio comunale di Venezia ha approvato una variante normativa delle norme tecniche di attuazione del Prg che restituiscono valore ai terreni della società che è fallita l’estate scorsa gettando nello sconforto centinaia di azionisti trentini. Il Comune di Venezia ha accolto un’osservazione del curatore fallimentare di Aeroterminal, il professor Luca Mandrioli, e adesso può essere presentato un piano urbanistico attuativo. In altre parole, si può tornare a progettare dopo che il Consiglio di Stato aveva bocciato il vecchio piano particolareggiato. I giudici amministrativi avevano bocciato il piano perché non erano state coinvolte la Save, la società di gestione del vicino aeroporto Marco Polo di Tessera e l’Enac. Ora, secondo quanto spiega l’architetto del comune di Venezia Oscar Girotto «è già possibile proporre un piano urbanistico attuativo di iniziativa privata».
Il curatore è già al lavoro. Il primo effetto è il recupero immediato del valore dei terreni. Prima erano sprofondati a quota 78 milioni, secondo la perizia del professor Miceli. Adesso si torna a livelli più alti, anche se per ora è difficile quantificare. Si tratta di un passo importante per i creditori e gli azionisti di Aeroterminal, soprattutto per le Funivie Folgarida Marilleva. Se i terreni acquistano valore i creditori potranno essere soddisfatti in buona parte. La garanzia di 40 milioni di euro prestata da Folgarida così non sarà escussa e la società si toglierà dal capo la spada di Damocle del fallimento. Da ricordare che i debiti di Aeroterminal ammontano a 210 milioni di euro, come ricorda Mandrioli anche nell’osservazione. 135 milioni sono stati ammessi al passivo fin da subito, gli altri sono ammessi con riserva.
Il Consiglio comunale di Venezia con la delibera 56 dell’8 febbraio 2010 ha accolto parzialmente l’osservazione presentata da Mandrioli. Gli indici di edificabilità restano invariati. Nella risoluzione tecnica allegata alla delibera si ripercorre la lunga vicenda dei terreni di Tessera. Si parla del piano particolareggiato quinquennale approvato nel 2003 e poi impugnato dalla Save di Enrico Marchi. Nel giudizio di primo grado, il Tar di Venezia aveva respinto il ricorso contro il piano, ma aveva accolto quello contro il permesso di costruire bloccando tutto. Il Consiglio di Stato, invece, ha dato ragione alla Save su tutta la linea. I tecnici del comune di Venezia, nella relazione allegata alla delibera osservano che i terreni di proprietà di Aeroterminal sono cruciali: «Considerata l’importanza strategica, qualsiasi scelta urbanistica non può prescindere dalla sua vicinanza con l’aeroporto Marco Polo». Per questo la variante normativa approvata dal Consiglio comunale prevede di prorogare il vincolo strumentale, ovvero la necessità che si progetti solo con un piano attuativo. Ma l’importanza della delibera sta nella seconda parte, laddove prevede che «la presente variante normativa propone di consentire, in alternativa al piano attuativo di iniziativa pubblica, la possibilità di approvare il piano di lottizzazione di iniziativa privata. Tale piano potrebbe riguardare l’intero ambito, perimetrato dal piano regolatore, oppure essere esteso alle sole aree di proprietà privata scorporando le aree appartenenti al demanio e date in concessione a Save». Tradotto dal burocratese: i proprietari dei terreni, cioè in questo momento la curatela del fallimento Aeroterminal, possono iniziare a studiare il piano attuativo. Dal momento che, come sottolinea il provvedimento, «si consente ai privati di porre rimedio a eventuali inerzie e ritardi dell’amministrazione comunale».
In questo modo le aree tornano ad acquisire un notevole valore. Questo anche perché sono previsti esercizi commerciali medi e piccoli, mentre il Comune ha escluso i medio-grandi, come, invece, aveva chiesto Mandrioli. Il piano attuativo dovrà poi essere sottoposto al parere della Conferenza dei servizi alla quale parteciperà anche la Save, oltre a tutti i soggetti coinvolti. Il parere, però, è consultivo. Quindi per Aeroterminal riparte l’avventura, anche se sarà molto lunga e accidentata













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