Trento: al via il processo AeroterminalI fratelli Poletti accusati di bancarotta
Ha preso il via la prima udienza sul crac Aeroterminal che vede imputati i due fratelli Ugo e Arrigo Poletti, quest'ultimo ancora in carcere. Un’udienza caratterizzata esclusivamente dalla discussione sulle eccezioni procedurali. Le accuse: bancarotta e corruzione
TRENTO. Il primo ad arrivare è stato Ugo. Abbronzato, sorridente, fasciato in un gessato marrone che sembrava renderlo immune al caldo. Poco dopo, dal corridoio che collega il tribunale al carcere, è spuntato anche Arrigo con due agenti della Polizia penitenziaria. Per ovvi motivi meno abbronzato, ma anche lui sorridente, con i lunghi capelli neri che gli scendevano sull’abito blu. Qualche minuto più tardi, ha preso il via la prima udienza sul crac Aeroterminal che vede imputati i due fratelli Poletti.
Un’udienza caratterizzata esclusivamente dalla discussione sulle eccezioni procedurali che ha preso il via poco dopo le 15 e s’è conclusa attorno alle 19, quando uno degli avvocati difensori di Ugo ha chiesto, per ragioni di salute, di sospenderla e aggiornarla a mercoledì prossimo, quando saranno acquisiti i testi. Il collegio giudicante - Guglielmo Avolio affiancato da Enrico Borrelli e Arianna Busato - ha respinto le istanze della difesa - gli avvocati Renzo Fogliata di Venezia e Paolo Doria di Vicenza per Arrigo e i veronesi Tiburzio e Armando De Zuani per Ugo - che avevano chiesto fossero respinte le richieste di costituzione di parte civile presentate dalla Banca Popolare di Vicenza, dalla Cesi e dalla Ames, e sollevato la questione di illegittimità sul giudizio immediato disposto per Ugo, di illegitimità costituzionale sul rito stesso e sulla competenza del tribunale di Trento per il reato di corruzione (il «corrotto» Tsuropolis ha già patteggiato qualche settimana fa a Venezia). La vicenda parte una decina di anni fa, quando Arrigo Poletti, ora accusato con il fratello di bancarotta fraudolenta, bancorotta documentale e corruzione, aveva iniziato ad accaparrarsi i terreni intorno all’aeroporto di Venezia. Almeno dieci ettari dei venti totali sono finiti ad Aeroterminal dopo essere stati oggetto di numerose compravendite tra società riconducibili ai fratelli Poletti e a Siligardi. Ogni volta che questi terreni passavano di mano, il loro valore aumentava. Alla fine Aeroterminal li ha acquistati per un prezzo molto più alto di quello che sarebbe stato pagato all’inizio. In questo modo, Poletti e soci avrebbero realizzato una plusvalenza di 20 milioni di euro. Paradigmatica è la vicenda del primo acquisto. Aeroterminal, pochi mesi dopo la sua costituzione che risale al 12 ottobre 2000, compra un ettaro di terreno a Tessera dalla società Rovereto edilia srl, controllata da Poletti, per 2,7 milioni di euro. Rovereto edilia aveva acquistato il terreno appena sei mesi prima per un miliardo e 228 milioni di lire, quindi 634 mila euro. Ciò vuol dire che, nel giro di sei mesi, il valore del terreno è aumentato di 2 milioni di euro a favore di Poletti. Pochi mesi dopo la stessa società acquista altri terreni per 1,8 milioni e li rivende a 3,3 ad altre società riconducibili ai Poletti che, a loro volta vendono ad Aeroterminal. Inserendo un passaggio in più, il prezzo lievita ancora. Così si passa da 1,8 milioni a 5 milioni pagati da Aeroterminal che acquista da Fidia srl, Specialità vigiliane e Regis. (p.t.)
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