Trento, al cimitero ecco le lapidi di plexiglas

Inaugurata la nuova sede dei servizi funerari: le cremazioni al 38,4%


Chiara Bert


TRENTO. Per ora sono una settantina: c'è chi le ha giudicate deprimenti e vergognose, ma tra i 1115 cittadini che hanno risposto al sondaggio del Comune, l'88% ha dichiarato di apprezzarle. E così le lapidi in plexiglas sono comparse al cimitero di Trento.  Tombe in polistirolo espanso, che all'occhio del comune cittadino sembrano di plastica: una soluzione provvisoria in grado di reggere al maltempo, soprattutto in caso di piogge intense, molto meglio del cumulo di terra che tradizionalmente si usa per i primi sei mesi dopo la sepoltura, il tempo necessario affinché il terreno si assesti.

Tra chi lo scorso autunno aveva risposto al sondaggio, la maggioranza ha votato per il modello San Vigilio, quello con la linea estetica più semplice, preferito ai modelli Padre Pio e Madre Teresa.  Ieri mattina al cimitero - presenti il sindaco Andreatta e gli assessori Renato Tomasi e Italo Gilmozzi - sono stati inaugurati i nuovi uffici del Servizio funerario, che da settembre ha lasciato la vecchia sede di via Bronzetti per trasferirsi nell'ex Casa dei frati custodi, all'ingresso del cimitero monumentale. L'edificio è stato sottoposto a un intervento di risanamento conservativo, messo a norma e sbarrierato con una piattaforma elevatrice all'interno di un nuovo volume vetrato: il costo è stato di 1,7 milioni di euro. «Questo è un luogo importante, che accoglie i cittadini nel momento del dolore e della fragilità, dev'essere un luogo accogliente e decoroso», ha detto il sindaco ringraziando il personale del servizio per la professionalità e l'umanità.

Gli ultimi dati dicono che su 1.670 decessi nel 2010, le cremazioni hanno raggiunto il 38,4%. Un dato in costante crescita che che secondo l'amministrazione dimostra l'esigenza di realizzare a Trento il forno crematorio.

Quanto alla sistemazione della Casa dei frati e al nuovo arredo urbano esterno, Andreatta ha ricordato che sono parte di «un progetto più ampio che vuole valorizzare l'ingresso al cimitero e l'asse di via Madruzzo anche nella prospettiva di una riapertura del collegamento verso il nuovo quartiere delle Albere». Un antico collegamento, quello tra il palazzo delle Albere e i tre portoni, che anche l'architetto Renzo Piano vorrebbe veder ripristinato. Ma serve il finanziamento della Provincia.













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