Trentino Trasporti, proclamato lo stato di agitazione
I sindacati contro l’azienda: «Non stabilizzano il personale a tempo determinato, nonostante gli ultimi episodi di violenza»
TRENTO. I sindacati hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione contro Trentino Trasporti. «A seguito dell’incontro odierno in Provincia alla presenza del presidente della Giunta provinciale, Alberto Pacher e dei vertici aziendali di Trentino Trasporti Esercizio, le Organizzazioni Sindacali trentine dei trasporti proclamano lo stato di mobilitazione di tutto il personale di Trentino Trasporti Esercizio», viene scritto in una nota congiunta.
Nella riunione le organizzazioni sindacali hanno richiesto per l’ennesima volta la stabilizzazione del personale con contratto a tempo determinato presente in azienda, ritenuto indispensabile per continuare a garantire un servizio di qualità e per arginare i recenti e gravissimi episodi di violenza contro il personale di Trentino Trasporti Esercizio. Proprio sul versante della sicurezza la Provincia, nonostante anche recenti accordi nazionali, ha glissato completamente l’argomento evitando di fornire risposte nel merito dell’evasione tariffaria e del problema degli atti di violenza nei confronti dei lavoratori e per garantire, al contempo, la sicurezza dell’utenza.
Parte dei lavoratori interessati alla stabilizzazione potrebbero essere adibiti proprio su questo versante, impegnando le economie aziendali derivanti dal mancato rinnovo contrattuale. Rispetto a questa richiesta la risposta della Provincia è stata ritenuta parziale ed insufficiente e, comunque, tale da richiedere lo stato di agitazione del personale. Altro problema affrontato nella riunione e che pesa come un macigno sul futuro dell’azienda è il rinnovo della concessione a Trentino Trasporti in scadenza il 31 dicembre 2013. Su tale argomento la Provincia ha confermato il rinnovo per la sola ferrovia (Trento Malè e Valsugana) per i prossimi 6 anni, mentre nessuna garanzia è stata data per il trasporto su gomma, se non una indispensabile proroga fino al 31 agosto 2014
Proprio per questi motivi è stato ritenuto opportuno fare pressioni sulla politica e sull’azienda proclamando lo stato di agitazione al quale dovrà seguire, nei canonici 5 giorni dall’invio della richiesta, un incontro in azienda per cercare una soluzione condivisa alle problematiche esposte».