Trentino, inchiesta «Giano Bifronte» sugli appalti: 26 archiviazioni
Per molti degli indagati «minori» il giudice ha firmato il decreto
TRENTO. Era la metà del settembre del 2008 quando l'operazione «Giano Bifronte» scosse il Trentino: imprenditori e politici alla sbarra per un sistema che era stato definito quella della «cupola degli appalti». Ora per numerosi indagati è arrivato il momento di archiviare, letteralmente la questione. La procura ha, infatti, chiesto e il giudice Ancona ha firmato, il decreto di archiviazione per una serie di posizione che già due anni fa erano state stralciate dall'inchiesta principale. Fra le posizioni che sono state archiviate c'è naturalmente anche quella relativa a Fabrizio Collini, l'imprenditore che pochi mesi fa a messo fine alla sua vita. Gli altri 26 nomi sono relative a persone che erano entrate nell'inchiesta all'inizio dell'indagine della finanza coordinata dai sostituti procuratori Pasquale Profiti e Alessia Silvi, ma che erano stati stralciati e ora escono definitivamente dalla scena. Indagati per turbativa d'asta erano Lamberto Amistadi, l'architetto Marco Angelini, Fabio Antolini, Alessandro Bleggi, Martino Bridi, Claudio Cortelletti, Giuseppe Grisenti (il fratello dell'ex assessore provinciale ai lavori pubblici) e il suo socio, il progettista Michele Groff, Luciano Rigatti, Nadia Serafini e Walter Zancan. Per loro, dunque, il giudice Ancona ha posta la firma sull'archiviazione come ha fatto anche per gli altri della lista proposta dalla procura. Quindi per questo stralcio è stata messa nel cassetto - se così si può dire - anche le posizioni di Silvano Grisenti, e Carlo Costa (direttore tecnico dell'autostrada del Brennero) che erano stati accusati dalla procura di abuso d'ufficio. Stessa sorte per Marco Felicetti, Enrico Garbari e Luca Guadagnini che erano imputati di alcune violazioni alle leggi fiscali. Escono dalla «Giano Bifronte» anche Cesare Orhan Kurdoglu, titolare dello studio Aia engineering, specializzato nella direzione lavori in occasione di grandi opere e Dino Leonesi. Il dirigente provinciale e presidente dell'Istituto Beato de Tschiderer era anche stato assolto dal giudice Ancona lo scorso anno. Vanno in archivio anche le posizioni di Bruno Maturi, Vigilio Nicolini (anche lui ex assessore ai lavori pubblici), Aristide Nuzzi (contabile di Collini), Andrea Piazzi, Giuliana e Luciano Rigatti, Francesco Sabato, Nadia Serafini. Firmata l'archiviazione anche per il dirigente provinciale Tommaso Sussurellu - già responsabile degli appalti provinciali, in passato era stato il pole come giudice del Tar di nomina provinciale. Quest'ultimo era finito nell'inchiesta «Giano Bifronte» in seguito a dei presunti contatti con l'imprenditore Fabrizio Collini. E le indagini hanno riguardato anche un paio di biglietti che avrebbe ricevuto per seguire uno spettacolo all'Arena di Verona. Se per queste 26 persone è arrivata l'archiviazione, per altri tre, la vicenda giudiziaria non è ancora terminata. L'avviso di chiusura indagini è infatti arrivato a Fulvio Kapeller. L'uomo, difeso dall'avvocato Bertuol, era stato anche arrestato nell'ottobre 2008. E queste indagini riguarderebbero delle fatture false che ruoterebbero attorno alla figura del noto imprenditore del legno fiemmese. E l'avviso di conclusione indagine è arrivato anche a Claudio Braito della Alpi srl (difeso dall'avvocato Andrea Girardi) e Massimo Capozzi - amministratore e direttore tecnico della Oberosler - che si è affidato al legale Franco Larentis. La posizione di queste tre ultime persone quindi è ancora sospesa e solo nelle prossime settimane si saprà coma saranno definite e che strada seguiranno. Il 16 aprile dello scorso anno per il filone principale della «Giano Bifronte», Silvano Grisenti era stato condannato a 4 mesi convertiti in una sanzione pecuniaria da 4560 euro per due episodi di corruzione legati alla gara per la realizzazione dell'autostrada Nogara-Mare. Era invece arrivata l'assoluzione piena per il reato più grave (la tentata concussione) riferita alle presunte minacce rivolte al direttore della Ccc e pure per l'accusa di truffa.
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