Temperature sottozero: olivi a rischio

Avviato dai tecnici il monitoraggio delle coltivazioni specie nel fondavalle



RIVA. I dati relativi alla temperatura raccolti da Metotrentino alla stazione di Arco dicono che la minima di ieri è stata di 9,3 sotto lo zero e la massima di 0,2. Nella giornata precedente, domenica 5, la colonnina di mercurio è scesa fino a meno 7,6 mentre a mezzogiorno la massima è stata di 0,8 gradi. Dal giorno 3 la temperatura è stata sottozero praticamente in continuazione: dalle 17 di venerdì alle 12 di sabato, dalle 13 di sabato a mezzogiorno di domenica, dalle 13 di domenica in poi. C'è pericolo per gli olivi?

L'interrogativo è sollecitato dalla memoria di quel disastro che venne registrato nel terribile gennaio del 1985 quando in Busa «scoppiarono» centinaia di piante. Gli archivi conservano testimonianza d'una successione di quattordici giorni consecutivi (dall'1 al 14) con temperature medie sempre al di sotto dello zero; l'11 gennaio la minima fu di meno 18, la massima di meno 3 e la media di meno 12; il giorno successivo minima di meno 15, massima di meno 2 e media di meno 9,3. Gli esperti insegnano che con quel freddo gela la linfa sotto la scorza del tronco: il gonfiore ne causa la spaccatura che condanna a morte l'albero.

Massimo Fia, direttore dell'Associazione Agraria, conferma l'esistenza d'una situazione di criticità, pur escludendo che fino ad ieri siano stati segnalati danni alle piante. Peraltro è in atto un intervento di costante monitoraggio delle colture, sia attraverso contatti con i coltivatori soci dell'Agraria che da parte di Franco Michelotti, dell'Istituto agrario di San Michele. «Finchè nelle ore del mezzogiorno -afferma il direttore Fia- la temperatura nelle zone esposte al sole sale di qualche grado sopra lo zero, le piante sopportano senza particolari conseguenze le gelate notturne». La situazione di pericolo è maggiore nel fondovalle che sulle pendici tutt'intorno alla Busa, abbondantemente disseminate di olivi.

Da Roncaglie al Brione, da Bolognano all'olivaia di Arco, c'è una migliore esposizione al sole ed una maggiore ventilazione complessiva. Nel fondavalle sono due gli elementi di criticità: il ristagno dell'aria più fredda e quindi più pesante crea una pericolosa cappa gelida e la maggiore abbondanza di acqua che le piante pescano nella falda aumenta il pericolo del ghiaccio. Da questo punto di vista rappresenta una fortuna il fatto che lo scorso gennaio sia stato un mese asciutto (l'unica precipitazione significativa s'è registrata il giorno 3). A consentire di mantenere le speranze intatte ci sono due altri elementi: quella di ieri, con 9,3 gradi, è stata la giornata più fredda dell'anno; per oggi Meteotrentino annuncia cielo coperto con leggere precipitazioni, e quindi temperature in rialzo che sono confermate anche per domani, mercoledì. Poi naturalmente, man a mano che scivola in avanti il calendario il rischio di gelate si riduce in questo balordo inverno.













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