“Spesa per il personale nel Comune di Trento, da Ianeselli un’analisi superficiale”
Il segretario generale di Fp Cgil Luigi Diaspro: «Nel Comune di Trento alta qualità dei servizi e aumento delle competenze mentre è costante la diminuzione del numero dei lavoratori.C’è un atteggiamento sempre più distante e arrogante verso il personale e i suoi rappresentanti”
TRENTO. Moltissimi dipendenti del Comune di Trento hanno manifestato alla Fp Cgil grande perplessità per la superficialità dell’analisi fornita dal sindaco Ianeselli sul tema della spesa per il personale che pone, secondo il Report pubblicato da Adnkronos (e ripreso dalla stampa locale) l’ente tra i meno virtuosi in Italia. «Sarebbe stata l’occasione – spiega il segretario generale di Fp Cgil del Trentino Luigi Diaspro - per dare valore ai tanti servizi che il Comune assicura e allo stesso personale che il sindaco amministra ma al quale, sempre più spesso purtroppo, non lesina allusioni per il presunto privilegio connesso al semplice fatto di essere pubblico dipendente. È successo durante il lockdown e nella scelta dell’apertura delle scuole d'infanzia e dei nidi nella settimana di San Vigilio, avvenuta senza confronto sindacale in spregio delle regole contrattuali e del rispetto del ruolo di chi opera con grande senso di responsabilità in quel settore».
Il sindaco avrebbe potuto spiegare che la spesa del personale è alimentata dai tantissimi servizi che il Comune fornisce anche a livello provinciale: servizi funerari, di polizia locale, edilizia pubblica e privata per la presa in carico dei Comuni limitrofi (Cimone e Garniga) a seguito del venir meno della gestione associata con Aldeno (che pare proiettata anche oltre giugno, come attualmente previsto, per una nuova gestione associata che coinvolgerà direttamente Trento in sostituzione di Aldeno).
Se le retribuzioni crescono lo si deve alla crescita – pur misera – dei salari. Al contempo i lavoratori diminuiscono e si fa più gravoso il rapporto tra numero di cittadini e di lavoratori; lo stesso sindaco mostra di esserne consapevole. Anche le attività sono mutate, con carichi ulteriori quali ad esempio il presidio della salute e sicurezza Covid per Polizia locale e insegnanti delle materne; tutto con un contenutissimo ricorso allo straordinario.
C’è poi la contraddizione di un’indagine che, paradossalmente, pretende di qualificare “virtuosi” territori con difficoltà di risorse e ridotta capacità di spesa per il personale e di erogazione dei servizi, a fronte di una pubblica amministrazione le cui qualità ed efficienza sono universalmente riconosciute. Il sindaco avrebbe persino potuto spiegare la particolare condizione in cui opera il Comune nell’Autonomia speciale, spesso tirata in ballo a sproposito. Poteva ricordare che tutti i pubblici dipendenti trentini sono ancora in attesa del rinnovo dei contratti 2019/2021.
«È scorretto – conclude Diaspro - imputare al personale di voler tornare "ai vecchi tempi" quanto a livelli economici; piuttosto l'invito a riflettere sui vecchi tempi deve riguardare la diversa considerazione che il dipendente assumeva nell'organizzazione. Oggi siamo di fronte a un atteggiamento sempre più distante e arrogante verso il personale e i suoi rappresentanti, col continuo svilimento delle relazioni sindacali che opera questa giunta, in questo affatto diversa dalla giunta provinciale.
Durante la pandemia il comparto pubblico ha garantito i servizi ma chi amministra ritiene il proprio personale privilegiato. Chiediamo a tutti uno sforzo per emanciparsi da questi obsoleti luoghi comuni che fanno male al personale e alla stessa pubblica amministrazione, chiamata a misurarsi con la sfida del Pnrr e della fase ancora drammatica di crisi sanitaria, sociale ed economica».