Sequestrate 34 capre ad Agitu, erano senza targa identificativa
L’ispezione. Il provvedimento amministrativo è stato eseguito dai carabinieri del Nas che hanno riscontrato irregolarità nell’allevamento di Frassilongo della donna etiope
Trento. Le sue capre non avevano l’auricolare, l’orecchino che ne traccia l’origine, e non erano iscritte all’anagrafe caprina. Per questo alcuni giorni fa i carabinieri del Nas hanno sequestrato a Frassilongo 34 capre ad Agitu Idea Gudeta, la donna etiope che si è trasferita da anni in Trentino dove ha messo in piedi una fiorente e apprezzata azienda di produzione di formaggi e di allevamento, «La capra felice». Nei giorni scorsi, i carabinieri del Nas insieme al veterinario dell’Azienda sanitaria le hanno fatto visita dopo che già un anno fa erano emerse delle piccole irregolarità. Dall’ispezione è emerso che le irregolarità sarebbero rimaste e per questo è stata applicato il provvedimento amministrativo-sanitario del sequestro delle capre che non erano dotate di auricolare. Sono anche state sequestrati il laboratorio, che non aveva i bagni a norma, e 350 forme di formaggio. Il provvedimento, lo ricordiamo, è di natura amministrativa. E la stessa Agitu spiega che già si sta dando da fare per correggere le irregolarità: «È tutto un equivoco. L’anno scorso quando stavamo applicando l’auricolare alle capre più giovani, non è stata chiusa la porta e gli animali sono scappati. Così non è stato possibile censirle. Stavamo già per correggere quest’anno l’irregolarità, ma i carabinieri sono arrivati prima e hanno proceduto al sequestro. Ma le capre sono rimaste qui. Non c’è nessun problema sanitario. Gli animali sono al pascolo e va tutto bene. Semplicemente dobbiamo iscriverli all’anagrafe caprina. Sono già d’accordo con il veterinario per iscriverle e per mettere l’auricolare. Quello che mi dispiace è che sia faccia un caso per una cosa da poco. Si tratta solo di un provvedimento amministrativo».
Il sequestro amministrativo è stato eseguito affidando ad Agitu la custodia delle capre. Non potrà venderle fino a che non regolarizzerà tutto. Il formaggio, invece, verrà sottoposto ad analisi per verificare la del latte con il quale è stato prodotto. Per il momento, però, non sono emerse ipotesi diverse da semplici irregolarità amministrative, tanto che non ci sono state segnalazioni all’autorità giudiziaria, ma solo segnalazioni all’Azienda sanitaria.
Per quanto riguarda le strutture, sarebbe emerso che il laboratorio non fosse tutto a norma, ma anche in questo caso Agitu è sicura di poter risolvere tutto in poco tempo: «La mia è un’azienda giovane. Mi sto dando da fare e sto risolvendo anche questa situazione. Si tratta veramente di cose poco importanti. Ma quello che conta è che si sappia che il mio formaggio è buono e che i miei animali pascolano tranquilli e sono trattati benissimo». L’iscrizione all’anagrafe e l’auricolare sono obbligatori per poter dimostrare la provenienza degli animali. Dettaglio non da poco, dal momento che risalendo alla provenienza si può sapere se l’animale ha avuto tutte le vaccinazioni ed è stato allevato seguendo tutte le norme. Non solo, altro aspetto importante è quello di poter dimostrare che il latte con cui viene prodotto il formaggio in vendita rispetti tutti i dettami delle norme. Agitu nei mesi scorsi era stata parte lesa di un procedimento penale con un vicino che era accusato di averla sottoposta a comportamenti persecutori con l’aggravante dell’odio razziale. Attualmente è in corso il dibattimento, con una sfilata di testimoni.