Se n’è andato Dario Dellai un pezzo di piazza Vittoria

Si è spento a soli 68 anni. Aveva «ereditato» la bancarella dalla mamma Elda e lui ci lavorava (con tanta passione) assieme alla moglie e alle figlie



TRENTO. Da qualche mese non lo si vedeva più assieme alle figlie Maria Teresa, Tiziana e Laura tra il furgone e la bancarella ricolma di verdura e frutta, là in piazza delle Erbe a fianco della Banca d'Italia. La malattia che l'aveva colto lo scorso inverno non gli ha dato scampo e mercoledì, ancor prima dell'alba, Dario Dellai, a 68 anni appena compiuti, è spirato. All'ospedale qualche settimana fa ci aveva confidato con un sospiro che sperava ancora nella guarigione, ma che, comunque, era sereno perché poteva essere orgoglioso di tutta la sua famiglia, onesta, operosa e in piena concordia.

A suo modo Dario Dellai della frazione Bampi di Civezzano era un personaggio anche se non faceva nulla per esserlo tanto era timido e rispettoso. Era un personaggio perché era figlio di Elda, la signora che subito dopo la guerra scendeva a Trento in piazza Garzetti con una gerla di patate e di altre verdure, coltivate da suo marito Enrico, prodotti che vendeva con grande capacità persuasiva. Dario, il figlio, diventato grandicello, aveva cominciato ad accompagnarla imparando un po' alla volta quest'arte contadina. Era morta a 67 anni, pressappoco alla sua stessa età, dopo poco meno di sessanta anni di lavoro, e Dario, il figlio maggiore, divenuto il successore dei genitori, perfino arrossiva di orgoglio quando le sue clienti più anziane, lì in piazza delle Erbe, gli ricordavano la grande umanità e generosità della madre a cui Dario e nipoti hanno dedicato una tenda estiva, a copertura del banchetto, istoriata di quegli anni. Aveva 25 anni quando Dario, alla morte del padre, ha proseguito come coltivatore diretto e come “commerciante” dei suoi prodotti. Sempre con entusiasmo e passione. Mai, -vezzo assai frequente nei contadini quello di lamentarsi - lo si è sentito mandare a quel paese il caldo o il freddo, la pioggia o la siccità. Si premurava per ogni evento e non malediva neanche i politici per la presunta poca attenzione nei confronti della realtà agricola. Ma se Dario Dellai è stato un bravo contadino ancor di più lo è stato come padre educando le tre figlie al lavoro e alla concordia, aiutato dalla moglie nel ruolo di moglie, madre e nonna di tre nipoti.

Infatti, Dario ha “preteso” dalle tre figlie e dal figlio Maurizio (autista) che si preoccupassero dapprima per una loro realizzazione professionale. Poi, in libera scelta, eventualmente, avrebbero potuto anche loro coltivare i campi di proprietà e quelli in affitto, raggiungendo poi piazza Erbe a vendere i prodotti. E così le figlie hanno studiato (Teresa ha il diploma di ragioniera, Tiziana quello di parrucchiera e Laura della scuola alberghiera) e solo d'estate collaboravano con il padre. Alla fine, però -Dario è stato felicissimo e orgoglioso – tutte tre hanno scelto la vita agricola non perdendo di vista, comunque, la propria di famiglia. Negli ultimi tempi Dario, ormai pago di aver fatto maturare le figlie, rimaneva in campagna e raggiungeva la città a metà mattina collaborando con quel sorriso buono a servire le centinaia di affezionati clienti. (g.d.b.)













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