Scuola: Trento, i professori bocciano la Dalmaso
Documenti duri dei collegi docenti contro l'assessore all'istruzione: non valorizza la didattica e crea caos
TRENTO. I professori "bocciano" la riforma Dalmaso e contestano le modalità con cui l'assessorato all'istruzione sta verificando l'"iniziativa innovativa" avviata nel settembre scorso. Le critiche dei collegi docenti alla riforma sono dure. Secondo gli insegnanti non viene valorizzata l'attività didattica e le lezioni di 50 minuti stanno creando notevoli problemi organizzativi. Che la riforma Dalmaso non piaccia ai docenti trentini, è appurato. Adesso, però, gli insegnanti delle scuole superiori, oltre a contestare nel merito la cosiddetta "iniziativa innovativa" avviata dalla Provincia nel settembre scorso, criticano il metodo con cui l'assessorato all'istruzione sta "verificando" l'attuazione della riforma. Anziché coinvolgere i docenti, chiedendo loro critiche e suggerimenti, alcuni funzionari della Provincia stanno semplicemente ascoltando i pareri dei presidi e dei loro stretti collaboratori. Una modalità che non è affatto piaciuta agli insegnanti che nei collegi docenti dei giorni scorsi hanno fatto sentire la loro voce. Criticando questa verifica «poco trasparente e non democratica» e approfittandone per bocciare nel merito la riforma. Il documento più duro è stato votato al liceo Russell di Cles il 17 febbraio scorso. Il collegio docenti ha giudicato «molto negativamente» il fatto che nella verifica della riforma «non sia prevista in alcun modo una partecipazione dei docenti. Ciò è apparso particolarmente grave considerato che il mondo della scuola aveva già valutato l'intero percorso della riforma assai carente sul piano del coinvolgimento e della partecipazione democratica; i docenti si aspettavano che almeno in sede di verifica si trovasse il modo di accogliere il loro parere». I prof hanno messo a verbale anche alcune critiche relative all'attuazione dell'"iniziativa innovativa". «Le modalità di recupero delle 66 ore hanno portato ad una situazione paradossale, che vede alcuni docenti costretti a impiegare il proprio tempo in attività spesso poco professionali e di scarsa rilevanza didattica, rinunciando ad altre attività collaudate fino all'anno scorso garantite agli studenti». Tradotto: per recuperare le ore (in seguito all'introduzione delle lezioni di 50 minuti) molti insegnanti sono ridotti a dedicarsi alla sorveglianza degli alunni durante la ricreazione, anziché dedicarsi ad altro. Il verbale del Russell, inviato alla Provincia, ha poi sottolineato che la riforma «ha creato uno stato di incertezza, confusione e disparità di trattamento fra gli stessi docenti». Non si sa ancora, infatti, cosa accadrà se il recupero delle ore non sarà completato. Il collegio del Russell avrebbe voluto poi avanzare qualche proposta all'assessorato, ma questo non è stato consentito dalla dirigente, Franca Zappini. Tra i consigli, c'era quello di «ridurre del 50% il numero delle ore da dedicare all'attività didattica, per riservare un monte ore congruo al lavoro di preparazione e progettazione». Un documento simile a quello del Russell è stato votato nei giorni scorsi all'istituto tecnico Battisti di Trento in occasione di un'assemblea sindacale indetta da Cgil e Cisl e sarà sottoposto al voto del collegio il 13 marzo prossimo. Al liceo scientifico Da Vinci i docenti si stanno organizzando per proporre documenti sulla falsa riga di Russell e Battisti. Il Pilati di Cles invierà all'assessore Dalmaso il verbale nel quale sarà discussa la verifica dell'iniziativa innovativa, mentre al liceo Galilei la questione era prevista nell'ordine del giorno del collegio, ma non è stata affrontata per mancanza di tempo e sarà ripresa nei prossimi giorni. Al Maffei di Riva del Garda, infine, è stato predisposto un sondaggio tra i docenti per raccogliere pareri ed opinioni da inviare all'assessore Dalmaso. Il malumore dei docenti nei confronti della riforma si sta diffondendo, quindi, di scuola in scuola come sottolinea Nicola Zuin degli Stati generali. «Anche in questo caso l'assessorato si è dimostrato poco trasparente e anti-democratico con un atteggiamento per nulla attento al dialogo e al confronto».
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