Scuola, battaglia per il contratto e i precari 

Sit-in dei docenti della Formazione professionale: «Presi in giro». I sindacati: «Stop a bonus e ambiti»


di Fabio Peterlongo


TRENTO. Abrogare definitivamente gli ambiti territoriali previsti dalla «Buona Scuola», stabilizzazione dei precari (con una norma che permetta a tutti gli abilitati di essere inseriti nella graduatoria provinciale), stop al bonus premiale attribuito dai dirigenti. I sindacati della scuola ieri hanno organizzato un sit in sotto il palazzo dove il consiglio provinciale discuteva la manovra finanziaria: «I docenti della scuola a carattere statale sono gli unici a non aver avuto, ad oggi, alcun rinnovo del contratto», incalzano Cgil, Cisl e Uil che chiedono la possibilità della staffetta generazionale» anche nella scuola nei tre anni prima della pensione. Nel pomeriggio presidio sotto la Regione anche di una decina di insegnanti precari della formazione professionale: "Ugo, mantieni la promessa", "Insegnanti usa e getta”. La protesta è culminata all’interno della sala consiliare quando gli insegnanti hanno esposto silenziosamente i cartelli. Marianna Dematté, portavoce del gruppo: «Un insegnante su due nei centri professionali provinciali è precario. Nonostante le promesse dell’amministrazione, non vediamo all’orizzonte la stabilizzazione». Sono un centinaio i docenti precari dell’Istituto Alberghiero di Levico e Rovereto e dell’Istituto Pertini di Trento, che da anni attendono una soluzione. Lo conferma Dematté: «Abbiamo firmato un contratto peggiorativo, che prevede più ore anche d’estate, in cambio della stabilizzazione. A quella firma non sono seguiti i fatti, anzi, abbiamo visto insegnanti di ruolo prendere il posto dei docenti precari che avrebbero dovuti essere regolarizzati. Ora è stato attivato un concorso volto non a stabilizzare i nostri posti di lavoro, ma aperto a tutti: chiediamo che a chi ha lavorato per anni nella formazione professionale provinciale vengano riconosciuti perlomeno dei punti in più». Dematté sottolinea le difficoltà pratiche nell’organizzare la vita quotidiana: «Noi sappiamo solo un paio di giorni prima dell'apertura dell’anno scolastico in quale istituto andremo a finire, dovendo poi spostarci in fretta e furia». Il gruppo lamenta anche il disinteresse di una parte del sindacato: «Alcuni sindacati fortemente radicati tra gli insegnanti di ruolo delle professionali, come la Cisl e in qualche misura anche la Cgil, non ci sostengono». Gli insegnanti espongono i cartelli, ma in pochi secondi il presidente del consiglio Dorigatti li fa ritirare. Il consigliere Nerio Giovanazzi, che aveva la parola in quel momento, interrompe il suo discorso e rimprovera i docenti: «Con che titolo potete pretendere di insegnare se non avete rispetto per le istituzioni?». Commenta Dematté con una punta di sarcasmo: «È stato un piccolo gesto utile per attirare l'attenzione. Ci ha sorpreso la reazione di Giovanazzi».













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