Rubati tonno e olio per 100 mila euro

Un nuovo blitz come un anno fa: un commando con un tir ha portato via specialità alimentari dalla Ginos di Borghetto


di Paolo Tagliente


AVIO. In questi mesi abbiamo scritto parecchie volte di furti in abitazioni messi a segno da ladri scaltri e indubbiamente esperti. Professionisti, insomma, che però al solo confronto con i malviventi che hanno agito domenica notte, nello stabilimento al civico 3 di località Campagnole a Borghetto, sembrano dilettanti alle prime armi. Le modalità d’azione con cui hanno portato a segno un colpo da 100mila euro colpo alla Ginos, azienda specializzata nella produzione e nella commercializzazione di specialità alimentari per la ristorazione, ricordano infatti quelle di certi film d’azione americani. La preparazione ha avuto inizio giovedì quando hanno fatto scattare il sistema d’allarme, isolandolo e rendendolo di fatto inutile.

Ovviamente in azienda nessuno ha sospettato nulla e tre giorni dopo un vero e proprio commando ha potuto entrare in azione indisturbato. Cinque persone in tutto, arrivate con un articolato: erano le 2 e 15 della notte tra sabato e domenica. In sintonia come un quintetto di orchestrarli, ogni componente del gruppo ha portato a termine il proprio compito con grande rapidità e precisione certosina: solo 45 minuti per caricare 30 bancali di confezioni di tonno, olio d’oliva, pomodori secchi e altre prelibatezze. Per ottenere un simile risultato devono aver senza dubbio utilizzato un muletto o transpallet (i speciali carrelli usati per caricare i camion) che avevano portato con sè.

Questo, di tutto il blitz, è l’unico punto oscuro perché rimasto fuori dall’occhio delle telecamere di sicurezza della Ginos. Tutto il resto è stato immortalato e registrato e le immagini ora si trovano a disposizione dei carabinieri di Avio, che stanno indagando sull’episodio.

Ma il lavoro dei militari dell’Arma si preannuncia tutt’altro che facile: i banditi , infatti, erano a conoscenza della presenza dell’impianto di ripresa a circuito chiuso dell’azienda e hanno preso le necessarie precauzioni. Per prima cosa si sono coperti il volto con passamontagna e poi hanno coperto con cura anche le targhe del camion, su cui non erano presenti scritte o altri elementi che ne possano permettere l’identificazione. Caricato il mezzo, i cinque “buongustai” sono spariti nella notte e, con loro, anche l’autoarticolato. Facile immaginare che si sia trattato di un furto su commissione e che i prodotti siano già stati venduti.

Quanto accaduto ha lasciato tutti increduli e scossi, in azienda. Anche perché, esattamente un anno fa, il 4 maggio del 2013, la Ginos era stata visitata una prima volta dai ladri.

«Abbiamo subito un furto analogo – spiega comprensibilmente contrariato Sergio Gottardi, direttore tecnico – con identiche modalità. E identici erano anche i prodotti prelevati dai banditi, per un valore che si aggira sulla stessa cifra di quanto rubato l’altro giorno: 100mila euro. Simili episodi non possono non colpirci nel profondo perché vediamo sparire il frutto del nostro lavoro e del nostro impegno. A distanza di un anno l’uno dall’altro – continua Gottardi, lasciando spazio ad un sentimento che è un misto tra sensazione di impotenza e rabbia – abbiamo subito due colpi pesanti e, non lo nego, c’è la convinzione che, nonostante l’impegno delle forze dell’ordine, se gli autori venissero scoperti e assicurati alla giustizia, per loro, le conseguenze penali sarebbero quasi irrisorie.

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