Rifiuti illegali da Napoli a Trento: due arresti
Smaltiti nella discarica Sativa di Sardagna: ai domiciliari l'ex amministratore e un dipendente della società
TRENTO. Partivano da Napoli e avrebbero dovuto fermarsi a Grosseto per essere opportunamente trattati. Invece, i rifiuti speciali raggiungevano altre aree d’Italia - tra queste anche la discarica Sativa di Sardagna - e venivano smaltiti illegalmente. Per questo, nei guai sono finiti Simone Gosetti e Alessio Comper, ex amministratore ed ex dipendente della società, entrambi arrestati.
I due trentini sono finiti nell’operazione «Golden Rubbish» che, coordinata dalla procura di Grosseto e condotta su tutto il territorio nazionale dai carabinieri del Noe, ha portato alla denuncia di 61 persone e all’emissione di 15 provvedimenti cautelari, sei ai domiciliari e nove in carcere. Molti i nomi eccellenti tra gli indagati, come Steno Marcegaglia, presidente dell’omonimo gruppo e padre di Emma, presidente di Confindustria. Lunghe e complesse le indagini dei carabinieri per ricostruire il percorso dei rifiuti - si stima circa un milione di tonnellate - che, prodotti dalla bonifica del sito contaminato di Bagnoli, anziché fermarsi in Toscana per trattamenti fissati dalla legge, si disperdevano in decine di “rivoli” su tutta l’area centro-settentrionale della Penisola. Rivoli rappresentati da migliaia di camion carichi di materiale che - grazie alla falsificazione dei certificati di analisi, dei formulari di identificazione e dei registri di carico e scarico - raggiungevano siti gestiti da società compiacenti. Un sistema che ha garantito alle persone e alle molte aziende coinvolte a vario titolo un guadagno di svariate milioni di euro e causato un notevole danno all’erario, cui non venivano non veniva versata la cosidetta ecotassa. Senza contare ovviamente i danni provocati all’ambiente e i rischi per la salute pubblica. Secondo gli inquirenti, l’organizzazione era stata costituita in Toscana, ma aveva diramazioni in Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Campania, Lazio, Abruzzo, Sardegna e, ovvio, in Trentino.
Gosetti, 44 anni, difeso dall’avvocato Roberto Bertuol, non è nuovo a questo genere di inchieste. Nel dicembre del 2008 era stato arrestato con l’accusa di aver inquinato con rifiuti pericolosi, provenienti da varie zone italiane, sia la cava di Monte Zaccon a Marter sia quella di Sardagna. I militari del Noe di Trento hanno bussato alla sua abitazione ieri mattina all’alba: dopo aver notificato la misura cautelare, hanno compiuto una perquisizione domiciliare e sequestrato diversi documenti. Nome assolutamente nuovo, invece, è quello di Alessio Comper, 28 anni, anch’egli agli arresti domiciliari. La sua posizione sarebbe meno pesante, visto che egli era dipendente di Gosetti. «Si tratta evidentemente di un errore - commenta il suo legale, l’avvocato Claudio Tasin - visto che Comper non lavora più da circa due anni per la Sativa srl e, in ogni modo, nelle vesti di dipendente, egli eseguiva solo le disposizioni che gli venivano impartite». Per entrambi l’accusa è traffico di rifiuti.