Referendum per trasformare il Trentino in bio-distretto 

L’iniziativa. Depositato il quesito, una commissione dovrà decidere se è ammissibile Ma per portare i trentini al voto il Comitato promotore dovrà raccogliere 8 mila firme



Trento. Un referendum propositivo per creare un distretto biologico su tutto il territorio provinciale. È l’iniziativa di un comitato che raccoglie le energie di varie associazioni e comitati (al di là degli schieramenti politici) e che ha depositato in Provincia il quesito referendario con l’obiettivo di arrivare entro la primavera prossima a una consultazione provinciale. Intanto questa mattina i dettagli dell’iniziativa saranno presentati in una conferenza stampa che si terrà alle ore 11 all’Hotel America.

La procedura

L’iter prevede che un’apposita commissione provinciale composta da esperti in materia debba pronunciarsi sull’ammissibilità (o meno) del quesito. Solo in seguito al parere favorevole della commissione il comitato promotore si potrà attivare per la raccolta delle firme necessarie a chiedere alla Provincia il referendum. Per questo tipo di consultazione la norma provinciale prevede la raccolta di almeno 8 mila firme di cittadini elettori.

Di che si tratta?

L’obiettivo è di considerare l’intero territorio provinciale un bio-distretto, con una serie di meccanismi per premiare (e quindi promuovere e incentivare) le aziende agricole e tutti i soggetti che utilizzano il territorio con modalità sostenibili e rispettose della bio-diversità. Rientrano in questo disegno le coltivazioni biologiche, ma anche l’allevamento che valorizza le razze autoctone, le filiere corte (a chilometri zero) e rispettose dell’ambiente. Uno dei temi centrali è l’utilizzo di anti-parassitari che (eventualmente) dovranno essere anche questi “biologici”. Per raggiungere l’obiettivo sarebbe necessario un accordo tra istituzioni, cittadini e produttori con l’impegno alla gestione sostenibile delle risorse.

I promotori

Il presidente del comitato è Fabio Giuliani (dei Verdi del Trentino) ma a sostenere l’iniziativa ci saranno sicuramente i vari comitati per la difesa dell’ambiente che da anni sono impegnati sul fronte della tutela di acqua, aria e territorio, soprattutto nelle aree vocate alle coltivazioni agricole intensive.

Le sinergie con il turismo

In Trentino la creazione di un biodistretto porterebbe benefici anche al turismo che si basa soprattutto sulla qualità e la bellezza dell’ambiente. Ma - si legge nel manifesto del comitato - sarebbe anche un’opportunità per la ripopolazione delle zone montane, in un contesto in cui il futuro dell’ospitalità si dovrà adattare al cambiamento climatico (con possibili ripercussioni soprattutto sul cambiamento climatico). Nel piano turistico in via di definizione anche il Comune di Trento (dove è attiva un’associazione per sostenere un biodistretto nel capoluogo) ha riservato particolare importanza al “bio turismo”, considerato una delle tendenze destinate ad avere sempre più rilievo in futuro.

L’appello del 2018

In occasione delle ultime elezioni provinciali varie associazioni del Trentino avevano presentato un appello per la creazione del biodistretto alpino, ottenendo l’appoggio di vari candidati, appartenenti per lo più all’area del centro-sinistra e al Movimento 5 Stelle. A.S.













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