Referendum, il record delle affluenze è sempre a Bresimo

I risultati definitivi: il 93,56% di chi è andato a votare ha detto no alle Comunità. Nell’Alto Garda il tema non riesce a scaldare gli animi e le urne sono disertate



TRENTO. Date un’urna a Bresimo e ve la riempiranno di schede. Anche questa volta il paesino della val di Non ha risposto alla chiamata facendo segnare il record di affluenza alle urne: il 59,31% degli aventi diritto al voto (233) si è presentato al seggio con tessera e documento per esercitare il proprio diritto. Ha battuto di un soffio Vignola Falesina (59,26% l’affluenza alle urne) e Brione (56,3%), salvando così il proprio primato di centro più disciplinato del Trentino. Anche nel 2010, quando si trattava di eleggere gli organi della Comunità di valle, il record non sfuggì: in una tornata elettorale poco convincente (in tutto il Trentino votò il 44% degli aventi diritto), a Bresimo accorse addirittura il 73,82%. Acclarato l’attaccamento civico, è forse però il caso di fare anche un’altra riflessione. Forse qualche delusione, dopo il voto convinto del 2010, si deve essere registrata perché l’altro ieri il “sì” che chiedeva l’abrogazione dei nuovi enti amministrativi è stato piuttosto compatto, raggiungendo (anche qui) una delle percentuali più alte tra tutti i Comuni trentini.

Archiviato il tema principale di questo referendum, e cioè il raggiungimento del quorum (ipotesi impossibile, posto che coinvolgeva anche territori del tutto esclusi dalla consultazione come Trento e Fassa), l’unica curiosità da appagare è rimasta quella del numero dei sì. Lo spoglio di ieri ha dato la risposta: 104.531 trentini hanno chiesto di cancellare le Comunità di valle (il 93,56%). Qualcuno (7.191, il 6,44%) si è preso la briga di andare alle urne per votare no, cioè per salvare le nuove istituzioni.

Per quanto riguarda le Comunità, l’Alto Garda e Ledro ha ribadito un interesse praticamente nullo per il nuovo ente. Due anni fa meno di un altogardesano su tre era andato a scegliere i suoi amministratori; questa volta uno su quattro è andato alle urne per dire che proprio non ne voleva sapere. Alta, invece, ora come allora, l’affluenza alle urne in val di Sole. Ma se nel 2010 andò a votare più del 60%, domenica si è presentato il 35%. Difficile pensare che questa volta abbiano votato “sì” tutti coloro che non erano andati alle urne due anni fa. Qualche ripensamento, insomma, c’è stato. E il fenomeno è ancora più marcato nella valle dei Laghi: nel 2010 votò per le Comunità il 56% degli aventi diritto; l’altro ieri s’è presentato addirittura il 40% con il 93,68% che ha chiesto esplicitamente di cancellare il nuovo ente. Anche in questo caso è evidente che un buon numero di elettori ha maturato nuove convinzioni.

Ovvio è scontato che i territori non coinvolti avrebbero fatto la differenza, almeno per quanto riguarda il quorum. Nel capoluogo, infatti, solo il 19,83% dei trentini è andato a votare, mentre in val di Fassa addirittura meno del 13%. E buona parte di chi ci è andato ha votato contro l’abrogazione, sintomo chiaro che lo spirito di comunità in quell’area è molto sentito, rispetto a realtà storicamente meno “unite”. Tanto per spulciare tra le curiosità, a Vigo di Fassa si sono presentati al seggio in 71 (8%), a Vigo di Fassa hanno votato “no” il 22 per cento di chi si è presentato.

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