Pulizie in piazza a Miola con l’aiuto dei profughi
Piné, anche gli ospiti del garni Villa Lory ieri al lavoro assieme ai volontari armati di carriole a rastrelli. E a metà mattina per loro un dolce da una signora
PINE'. Sull’altopiano di Piné sono iniziate le pulizie di Pasqua e, quest’anno, con diversi aiuti in più. A Miola, “El Paes dei Presepi”, tutte le primavere un gruppo di volontari, armato di carriole, rastrelli, scope e guanti pulisce le aree del paese, quelle soprattutto più frequentate da residenti e turisti. Quest’anno diversi profughi, che sono ospitati al garnì Villa Lory, si sono offerti di collaborare lavorando come aiuto pulitori.
Armati anche loro dell’occorrente, accompagnati da Giulia del Cinformi - anche perché per molti di loro l’italiano è ancora una lingua semisconosciuta - hanno trascorso la mattinata di ieri a pulire le piccole zone e piazze di Miola. Dalla piazza della chiesa parrocchiale a quella di San Rocco alle stradine del paese che, per gli appassionati dei presepi hanno un fascino particolare, sono state ripulite dal ghiaino, dai rimasugli di neve, dai piccoli e grandi rifiuti che immancabilmente qualcuno lascia come souvenir.
I ragazzi provengono da differenti Paesi e anche i loro sogni e desideri sono diversi. Si capisce che non riescono ancora a rendersi conto di molte cose, ma come tutti i giovani, amano sognare e vorrebbero socializzare. Alcuni vorrebbero fermarsi per fare gli agricoltori in Italia, ma senza sapere né le possibilità di lavoro, né molto altro. Sono arrivati a Piné da un mese e mezzo e il loro tempo è ancora occupato dall’apprendere le norme del vivere civile, alcune parole d’italiano e “a realizzare che sono vivi”.
Un simpatico cenno, che fa capire che molte persone di Miola hanno ben accolto questi ospiti stranieri, è arrivato proprio verso metà mattina: una gentile signora del paese ha inviato ai ragazzi un dolce fatto in casa, la crostata di ciliegie, apprezzata e gustata da tutti. Tiziano, il responsabile dei volontari, ha suggerito al sindaco Ugo Grisenti, visto che l’esperimento è stato positivo, di reclutare la mano d’opera anche per le altre frazioni del Comune, così da aiutare i giovani a socializzare e nello stesso tempo a rendersi utili alla comunità che li ospita.