«Profughi, per loro lo scoglio principale è la nostra lingua»
La testimonianza di Alessandra Banali che ha svolto una tesi sull’argomento: «L’italiano? È considerato molto difficile»
TRENTO. Si prospetta un futuro da insegnante per Alessandra Banali, neolaureata all’Università di Trento (corso di laurea magistrale Filologia e critica letteraria) con una tesi dal titolo “L’apprendimento dell’italiano da parte di immigrati adulti. Una ricerca sociolinguistica”. Motivata e determinata, da settembre è docente all’Istituto comprensivo Altopiano di Pinè e contemporaneamente continua a svolgere attività di volontariato presso l'associazione culturale Il Gioco degli Specchi come insegnante di lingua italiana a studenti stranieri.
Alessandra, come valuti questa esperienza di volontariato che è stata anche spunto per la tua ricerca di tesi?
“E’ un'esperienza altamente formativa per me, sia a livello professionale che umano: mi permette di acquisire competenze utili per il mio futuro di insegnante e, allo stesso tempo, ho la possibilità di confrontarmi con persone di sesso, età, nazionalità e cultura diversa nonché con il gruppo di volontari impegnati presso l'associazione, che mi hanno sostenuta durante il mio lavoro di ricerca e mi hanno accolta nel gruppo positivamente”.
Qual è il presupposto della tua tesi?
“Un elemento di fondamentale importanza nel processo di integrazione sociale è l’apprendimento della lingua italiana. Come è noto, per poter vivere in un paese straniero, interagire e instaurare rapporti con le persone, integrarsi nella società, conoscere e parlare la lingua è imprescindibile”.
Qual è l’obiettivo del tuo elaborato?
“Offrire una panoramica della situazione in Trentino per quanto riguarda l’insegnamento della lingua italiana a persone straniere adulte e, soprattutto, di tracciare un profilo sociolinguistico delle persone che frequentano i corsi di livello pre-base e base organizzati e gestiti dall’associazione culturale Il Gioco degli Specchi di Trento”.
Chi sono solitamente queste persone?
“Si tratta, di norma, di stranieri di età compresa tra i 18 e i 30 anni che si trovano a vivere nel nostro paese da un periodo di tempo assai limitato, inferiore a 12 mesi. In genere nel loro Paese hanno conseguito l’equivalente del nostro diploma di licenza media o un diploma di istruzione secondaria superiore”.
Hanno difficoltà a apprendere l’italiano?
“Nella maggior parte dei casi gli stranieri ritengono che imparare l’italiano sia abbastanza difficile. Per questi motivi, ritengono utile e necessario attuare una revisione degli argomenti trattati durante le lezioni, in modo da poter capire meglio ed evidenziare eventuali dubbi e riflessioni da sottoporre all’attenzione dell’insegnante”.
Quale motivazione li spinge a imparare la nostra lingua?
“Alla base sta il desiderio di poter vivere nel nostro paese e integrarsi nella comunità locale entrando in contatto con gli italiani. Inoltre, a animare questa loro volontà c’è anche l’obiettivo di trovare un lavoro o di intraprendere un percorso di studi.