Poche (ma buone) le olive trentine

La produzione non supererà gli 11 mila quintali. Ma la resa sarà del 18%


Carlo Bridi


ALTO GARDA. Nei primi giorni della prossima settimana parte la raccolta delle olive nella zona dell'Alto Garda. Dopo un anno da record, il 2011 si annuncia sicuramente come anno di scarsa produzione. Diverse le cause che l'hanno determinata secondo l'occhio esperto di Franco Michelotti, tecnico del settore della Fondazione Edmond Mach.

«Dalle nostre valutazioni - afferma Michelotti - stimiamo che il raccolto delle olive di quest'anno avrà un calo nell'ordine del 30-40% rispetto al 2010. In compenso sarà una produzione di alta qualità: dalle prove che stiamo effettuando sul grado di maturazione risulta infatti che a fronte di una resa media in olio del 16% dello scorso anno, quest'anno arriveremo al 18%. Il calo maggiore - prosegue il tecnico - lo abbiamo registrato nel fondovalle, vicino alle case, dove anche la diffusione delle trappole sessuali per la difesa dalla mosca olearia hanno dato dei risultati minori. In questa zona l'olivo ha sofferto anche per il freddo nel momento della fioritura, mentre nella zona classica delle olivaie dove la coltivazione è specializzata, la produzione è decisamente migliore, ed anche il danno dalla mosca è minore».

E la quantità della produzione di quest'anno? «Considerata l'alternanza e i danni dalla mosca non andremo nel territorio del Garda Trentino oltre i 10-11 mila quintali di drupe - ci informa Michelotti - dai quali saranno estratti 1.800-2000 quintali di prezioso olio».  Secondo il presidente dell' Associazione dell'Olivo estremo Arrigo Pisoni, la produzione nella zona nord dell'area dove l'olivo è coltivato, da Pergolese fino a Santa Massenza, la produzione è molto, molto scarsa e il danno della mosca, che normalmente non arriva in questa zona per le condizioni atmosferiche avverse, è stato particolarmente forte perché abbiamo avuto un agosto ed un settembre eccezionalmente caldi che ci hanno fortemente penalizzati in quanto si è creato un clima come quello delle aree del sud dove la mosca ha il suo habitat ideale.

E sul fronte della lavorazione e della commercializzazione come vanno le cose? Risponde Massimo Fia direttore dell'Agraria di Riva: «La qualità - afferma - si preannuncia molto buona e ottima la resa in olio. Noi inizieremo la raccolta giovedì della prossima settimana, aprendo subito il frantoio in modo da spremere immediatamente le drupe e garantire così la fragranza ed i profumi che caratterizzano il nostro olio». Ed il mercato? «È noto che i nostri prezzi in rapporto al prezzo medio dell'olio di oliva anche extravergine che si vede sul mercato sono molto alti, ma se vogliamo dare una certa retribuzione agli olivicoltori dobbiamo fare così.

D'altro canto la nostra è una produzione di nicchia, e con l'olio che i nostri soci producono fatichiamo ad accontentare la nostra clientela che è fatta, com'è noto, dai più importanti ristoranti italiani. Quest'anno poi con la produzione fortemente ridimensionamento - anche se Fia non si sbilancia sulla percentuale - faremo fatica ad accontentare tutti. Però - conclude - quando il nostro prodotto sarà finito non intendiamo minimamente andare a comperare altro olio sul mercato perché il nome che ci siamo fatti è troppo importante e preferiamo dire che l'abbiamo finito piuttosto che vendere un prodotto diverso dall'eccellente qualità del nostro».













Scuola & Ricerca

In primo piano