Piovono quattrini sull'agricoltura

L'Europa cambia sistema e prevede 91,2 milioni in più per il Trentino


Pierluigi Depentori


TRENTO. Mentre l'Italia agricola prepara le barricate, il Trentino del vino e delle mele sorride di brutto: l'Unione Europea sta per far arrivare nelle casse dei contadini del Trentino Alto Adige qualcosa come 91,2 milioni di euro in più per pagamenti diretti. Una bella manna, considerando che a livello nazionale le risorse che arriveranno da Bruxelles saranno 285 milioni in meno. La rivoluzione trentinocentrica si chiama, in gergo tecnico, "riforma della Pac", e cioè il nuovo progetto di Politica agricola comunitaria che la Commissione europea ha presentato nelle ultime ore. Prevede una modifica sostanziale nelle modalità di erogazione degli aiuti diretti ai coltivatori, che verranno versati sulla base degli ettari e non più sulla produzione.

In soldoni, a sorridere assieme al Trentino Alto Adige saranno, tra gli altri, l'Abruzzo (69,6 milioni in più), la Toscana (+67,3 milioni), la Sicilia (+108,2 milioni) e Sardegna (192,4 in più), mentre si fa fonda la situazione di Veneto e Lombardia, che avranno rispettivamente 186,7 e 220,5 milioni di euro in meno. E subito il presidente della Commissione agricoltura del Senato, il veneto Paolo Scarpa Bonazza Buora (ve lo ricordate? Fu eletto proprio in Trentino al proporzionale sulla Camera nell'ormai lontano 2001) ha parlato di «inaccettabile delusione», aggiungendo poi - piccato - che «l'Ue preferisce gli agricoltori estensivi, improduttivi, cacciatori di contributi, insomma i "pigricoltori"».

Seduto dietro alla sua scrivania, l'assessore provinciale Tiziano Mellarini si rigira nelle mani il dispaccio d'agenzia con le parole di Bonazza Buora e sorride. «Pigricoltori noi? Respingo al mittente le parole, qui c'è solo eccellenza», dice mentre il pensiero va a quei 91,2 milioni di euro che il Trentino avrà in più. Sorride l'assessore, mentre pronuncia soddisfatto le parole che hanno permesso l'iniezione di denaro fresco: «Con l'assessore altoatesino Hans Berger e il collega del Tirolo abbiamo messo insieme una vera e propria "lobby delle Alpi", e a Bruxelles ci hanno dato ascolto».

In effetti, l'Euregio è stato inserito nelle zone svantaggiate di montagna, dove fare agricoltura è sempre più difficile, proprio a discapito della pianura padana e delle ampie lande venete. Ma dove finiranno i 91,2 milioni di euro che gli agricoltori trentini e altoatesini potranno mettersi in tasca? «Soprattutto nel settore della zootecnia, quello che ne ha più bisogno», assicura Mellarini, «ma anche viticoltura e frutticoltura ne trarranno giovamento finanziario». Boccata d'ossigeno, dunque, anche se ancora non si sa bene quando potranno arrivare i 91,2 milioni: potrebbero passare anni, ma Mellarini spera che la "lobby delle Alpi" riesca ad accelerare i tempi. «Altro che pigricoltori», chiude l'assessore.













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