Padre di famiglia tradito dal virus, aveva solo 43 anni
Roveré della Luna. Luca Kaswalder (già provato dalla leucemia) lascia la moglie e 3 figli. Si è spento nel giorno dell’ottavo anniversario di matrimonio, tutta la comunità in lutto
ROVERÉ DELLA LUNA. «È stato un combattente. Ti faceva vedere il bello anche quando non c'era. Aveva un coraggio esemplare». Con queste parole la sorella Carla ricorda Luca Kaswalder, che lunedì 13 ottobre, a soli 43 anni, ha lasciato questo mondo a causa del Covid 19. Fatale per questo giovane contadino, papà di tre giovanissimi figli, è stato il fatto che il virus è andato a intaccare un fisico già fortemente debilitato da una leucemia scoperta un anno fa. Malattia che lui aveva affrontato sin da subito con tanto ottimismo e una grande forza d'animo. Poi a fine settembre la scoperta di aver contratto anche il Covid 19, quindi il ricovero in ospedale prima a Trento e poi a Rovereto. Infine lunedì la morte.
«L'ho sentito domenica via Whatsapp – afferma il coetaneo e amico Massimo Eccher – e mi ha detto che stava meglio, che si stava riprendendo. Sono incredulo. Era una persona affabile, sempre disponibile quando gli chiedevi un favore».
Luca Kaswalder, classe 1977, era il fratello minore di Giuseppe Kaswalder, comandante dei vigili del fuoco di Roveré della Luna. Anche lui era vigile del fuoco. A 14 anni aveva iniziato come allievo. Adesso era caposquadra.
I suoi amici “pompieri”, su Facebook, lo ricordano così: «Sei entrato nella nostra grande famiglia nel 1991, prima come allievo, poi come vigile ed infine come caposquadra. Lasci un grande vuoto nella nostra caserma e un mare di lacrime che non spegneranno mai il dolore. Sarai sempre nei nostri cuori».
Lunedì avrebbe dovuto essere un giorno di festa, perché proprio il 13 ottobre di otto anni fa Luca aveva sposato la sua Susj. Un matrimonio felice dal quale sono nati due stupendi bambini (di sette e cinque anni) e una meravigliosa bambina (3 anni). Tre splendide creature alle quali papà Luca era molto affezionato e delle quali era orgoglioso. La morte di questo giovane papà e marito ha fatto velocemente il giro delle case di questo piccolo borgo lasciando tutti sgomenti. Tutti sapevano della malattia che Luca Kaswalder nel luglio dello scorso anno aveva scoperto di avere, malattia che aveva affrontato con un coraggio da leone. Aveva subito un trapianto di midollo osseo donatogli dal fratello Giuseppe e in programma c'era la possibilità di un altro trapianto. Nell'eventualità fosse stato necessario il donatore sarebbe stato un altro familiare: la sorella Carla o uno dei nipoti. Invece è arrivato il Covid a complicare tutto. «Era venuto in vendemmia, aveva recuperato 15 chili, non era guarito ma stava migliorando» afferma la sorella. «Siamo una famiglia molto unita, noi tre fratelli abbiamo ciascuno la nostra azienda agricola. Quando necessario ci siamo sempre dati una mano a vicenda. Penso a lui e mi viene in mente il film di Benigni, “La vita è bella”, perché lui trovava sempre il positivo, come Benigni nel film. Anche gli ultimi giorni, quando era chiaro che la situazione era preoccupante, la sua positività non è mai venuta a mancare».
La morte improvvisa ha impedito a Luca Kaswalder anche di vedere finita la sua nuova casa, nella quale sarebbe andato a vivere con la moglie e i suoi tre figli. Maledetto Covid, è proprio il caso di dirlo.