ripartenza

Muse, dopo due anni riapre la serra tropicale

Era stata chiusa per esigenze sanitarie legate alla pandemia. Uno spazio che ricrea la foresta pluviale: dai banani selvatici ai camaleonti pigmei



TRENTO. Riapre oggi, sabato 19 febbraio, dopo quasi due anni di chiusura, la serra tropicale del Muse di Trento.

La serra di 600 metri quadrati, che apre una finestra sulla biodiversità delle foreste pluviali montane dei Monti Udzungwa in Tanzania, è rimasta off limits ai visitatori per motivi di sicurezza legati all’emergenza sanitaria.

Tra cascate e pareti verticali, tra acque turbinose e una rigogliosa foresta, l’itinerario parte dalla valle del Kilombero per proseguire nella foresta umida submontana, incontrando una caleidoscopica diversità di forme e colori appartenenti a piante e animali

unici.

Tra le molte piante uniche ed esclusive dell’Africa tropicale ricordiamo il genere Tabernaemontana dai grandi fiori bianchi simili a quelli dei gelsomini, le felci arboree del genere Cyathea, le ben note Saintpaulie che hanno qui il loro centro di diversità, i banani selvatici e il fagiolo gigante, una enorme liana del genere Entada. Raggiunto l’altipiano sulla cima della piccola parete rocciosa, il visitatore si addentrerà nelle coltivazioni tradizionali tra orti e villaggi passando per un piccolo mercato dove osservare la frutta e la verdura tropicale.

La serra ospita anche degli animali, uccelli come il Turaco di Livingstone e rettili come il camaleonte di Derema e i camaleonti pigmei.

Il muse ricorda le regole per accedere alla serra
- indossa la mascherina FFP2 (sono esenti bambini < 6 anni e altre categorie previste) 

- è consigliato l'utilizzo della mascherina FFP2 anche per i bambini di età inferiore ai 6 anni 

- rispetta il percorso di visita predefinito e il distanziamento di

almeno 2 metri dagli altri visitatori (tranne per i gruppi di congiunti)

- tempo massimo di visita 10 minuti, massimo 25 persone ammesse contemporaneamente

- ricordati di igienizzare le mani prima di accedere alla serra rispetta le piante e gli animali che ci vivono.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast

Il Trentino nella Grande Guerra: gli sfollati trentini spediti in Alta Austria

Venezia e Ancona vengono bombardate dal cielo e dal mare. A Trento viene dato l’ordine di abbandonare il raggio della Regia fortezza, con i treni: tutti gli abitanti di S. Maria Maggiore devono partire. Lo stesso vale per Piedicastello e Vela, così come per la parrocchia Duomo. Ciascuno può portare con sé cibo e vetiti per 18 kg. Tutto il resto viene lasciato indietro: case, bestiame, attrezzi, tutto. Gli sfollati vengono mandati in Alta Austria. Rimarranno nelle baracche per 4 lunghi anni.