«Mio figlio è morto»: truffa da 35 mila euro
Denunciati due uomini (già condannati per la violenta rapina ad una suora) che hanno ingannato con storie drammatiche una donna della val dei Mocheni
TRENTO. A Tonadico, una sera di maggio dello scorso anno, le avevano legato i polsi con fascette elettriche, sigillato la bocca e il naso con del nastro adesivo e l’avevano picchiata con brutalità per rubarle i pochi soldi che aveva in casa. La vittima, suor Bartolomea di 73 anni, li aveva perdonati. Il giudice no e li aveva condannati a tre anni di reclusione. Ma non è finita. I due, si tratta di Noureddine El Hamzaoui e Mohammed Et Tahiri, ora dovranno rispondere anche di truffa aggravata perché ritenuti responsabili dai carabinieri di un raggiro da 35 mila euro ai danni di una donna della valle dei Mocheni. Ai due sono arrivati i carabinieri di Primiero San Martino di Castrozza coadiuvati per la parte tecnica dal Nucleo Operativo della Compagnia di Cavalese e le posizioni dei due sono parzialmente diverse. Et Tahiri dove rispondere di truffa aggravata ed estorsione mentre El Hamzaoui per il solo reato di truffa aggravata. I fatti contestati sono avvenuti fra il marzo 2016 e il marzo dell’anno successivo. Il punto di partenza è la bontà di cuore di questa donna della quale, in base ai risultati delle indagini, si sono approfittati i due. In questo lasso di tempo, infatti, Et Tahiri che con grande sapienza aveva millantato false tragedie familiari tra cui la morte del figlio. Aveva raccontato alla donna una serie di disgrazie, di tragedie per cercare di far presa sulla bontà della donna. E al tempo stesso aveva nei confronti della vittima anche un atteggiamento minaccioso. In base a quanto ricostruito dai militari, infatti, Et Tahiri sarebbe riuscito ad avere una soluzione di continuità attraverso incessanti minacce che asseriva come la restituzione del denaro già avuto era subordinata ad altre elargizioni necessarie a far fronte alle millantate tragedie. Ancora, per rendere veritiera la situazione e persuadere la vittima, il complice El Hamzaoui che, approfittando della perfetta conoscenza della lingua italiana, si era finto avvocato per rassicurare la donna. Donna che, esasperata dall’incessante richiesta di denaro nel novembre 2017 si decideva a sporgere querela presso la stazione carabinieri di Sant’Orsola Terme. Gli elementi raccolti dall’Arma della val dei Mocheni ha portato a ritenere che i due in azione come truffatori fossero gli stessi che avevamo pesantemente colpito in Primiero e alla fine degli accertamenti ci è arrivati alla doppia denuncia dei due venditori ambulanti.