il processo

Mente sull’incidente, denunciato per truffa

L’uomo (rimasto invalido) aveva chiesto un risarcimento da 250 mila euro ma sarebbe caduto da una parete. Nei guai anche guida fassana



TRENTO. Un’arrampicata difficile. Il pericolo sempre in agguato e l’incidente finisce in tragedia quando l’alpinista, un 40enne padovano, precipita sulla roccia riportando un trauma vertebro midollare con politraumi. Per Christian Seneca, oggi 40 anni, informatico di Abano Terme e che ora abita a Campitello di Fassa, quel 24 agosto 2011 segna l’inizio di una nuova vita. Una vita da paraplegico in carrozzina. Ma l’incidente sportivo non risulta coperto dall’assicurazione, nonostante con l’Axa Assicurazioni Seneca avesse stipulato una polizza per infortuni globali anche in montagna. Polizza che escludeva la copertura per arrampicate impegnative oltre determinati gradi. Invece il 10 settembre 2011 l’informatico sollecita la liquidazione dei 251 mila euro pattuiti, presentando una richiesta scritta che racconta l’incidente nel dettaglio: durante una passeggiata in montagna era salito su un sasso, a due metri d’altezza da terra, per scattare alcune foto alla famiglia. Ed era improvvisamente scivolato. Tutto falso. Almeno da quanto emerso in seguito al lavoro investigativo di un detective, assoldato dall’assicurazione, e all’inchiesta della procura di Padova che ha sollecitato il processo a carico di Christian Seneca e della guida di freeclimbing Gabriele Bonanno, 40 anni di Campitello di Fassa, accusandoli di aver concorso nel reato di frode in assicurazione. Reato in cui rientra la denuncia di un sinistro non accaduto, come in questo caso, sempre secondo la tesi della pubblica accusa. E ieri il gup padovano Mariella Fino ha rinviato a giudizio Seneca e il suo amico. Si è costituito parte civile Giovanni Pascone, responsabile dell’Ufficio antifrode di Axa.

Il primo a nutrire sospetti è il medico dell’assicurazione che visita Seneca dopo la richiesta di incassare la polizza: nelle cartelle cliniche si faceva riferimento a un’arrampicata, un incidente sportivo che è fuori dai limiti di operatività della polizza. A quel punto Axa incarica un investigatore che fa un sopralluogo in montagna in Val Gardena, palcoscenico dell’incidente. Parla con Bonanno che lo accompagna lungo la passeggiata indicando la zona in cui l’amico avrebbe scattato le foto prima di scivolare; parla con i soccorritori che non ricordano quel luogo. Infine riesce a recuperare una foto dai carabinieri di Selva di Valgardena, intervenuti quando Seneca era precipitato mentre affrontava un sentiero attrezzato con difficoltà di quinto grado. Una foto in cui Bonanno indicava il punto: quel giorno era intervenuto un elicottero del Soccorso alpino per il recupero del ferito con il verricello. Queste sono quindi le accuse: i due imputati potranno difendersi in aula.













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