Mart, i capolavori del Novecento in tre nuovi percorsi
Nelle sale esposte opere della collezione delle Albere, Futurismo e "Look Today"
ROVERETO. Il Mart apre oggi i propri spazi espositivi a ben cinque nuovi allestimenti. Si tratta rispettivamente di un nuovo allestimento articolato in tre diversi percorsi per le raccolte del Mart ora a Rovereto dopo la chiusura per lavori di palazzo delle Albere a Trento: "Voci del futurismo" - con opere inedite e le ultime acquisizioni quali i cartoni preparatori per gli arazzi di Balla, deposito recente di collezione privata, e alcuni lavori di Andreani -, "Ottocento versus Novecento" che, fra passato e presente e con artisti come Hayez, Prati, Bonazza, propone una dialettica che si svolge attorno al concetto di figura (il nudo inteso come tentazione ed evocazione) e al "paesaggio di luce" proponendo sorprendenti confronti generazionali in un originale dialogo fra ricerche ottocentesche e contemporanee - le Ereditiere o le sorelle di Casorati (1910) che dialogano in armonia di forme e concetto con Mother and Daughter di Clegg & Guttmann (1957), il Nudino di Dudreville (1923) con l'analogo soggetto presentato da Davide La Rocca (2005), e Atalanta and Hyppomenes after Guido Reni di Vik Muniz (2006) -, e "Look Today. Gli ultimi sessant'anni", rassegna introdotta da una scultura in neon di Maurizio Nannucci titolata appunto "Look" (2005) che propone una serie di confronti fra pittura e scultura in un arco temporale che va dagli anni Cinquanta ai Novanta, con alcuni sconfinamenti a ritroso nelle avanguardie degli anni Venti.
Seguono due mostre in programma sino al prossimo 12 giugno che afferiscono al programma "Contemporanea" con cui il Mart seleziona e promuove lavori di giovani artisti internazionali: la prima mostra museale di Alessandro Roma (Milano, 1977), dal titolo "Humus", a cura di G. Verzotti, e una mostra monografica di Olivo Barbieri (Carpi, 1954), "Dolomites Project 2010". Alessandro Roma lavora con il collage, tecnica da lui prediletta per la creazione di paesaggi mentali ove la prospettiva si appiattisce ed il segno si perde nell'intreccio di forme e colori, esplorando i confini della tradizione pittorica, preservandone le tematiche classiche ma allontanandosi dalle tradizioni tecniche e formali; alberi, fiumi, rocce o fiori rileggono la pittura di paesaggio in modo sintetico passando attraverso la sensibilità modernista e postmodernista di un rifacimento mediato da un sistema di riproduzione di massa quale il collage, realizzato in gesso ed olio o riprodotto secondo i ricorsi alla tradizione del materiale rielaborato con brani di natura o il più delle volte sintetici e decostruiti - ritagli di giornale, stoffe - e visti attraverso un caleidoscopio, ritagliati e riuniti con una sensibilità magicamente pittorica in una texture che mima la sensibilità del pittore, all'interno di una ricerca dell'ibrido della realtà piuttosto che dell'atelier; tracce mnestiche di sensibilità contemporanea che si materializzano anche in opere scultoree con accostamenti di materiali eterogenei - resine, smalti, polistirolo - rielaborazioni visuali ottenute con opere che rimandano a realtà diverse e a plurime associazioni di idee, titolate peraltro, in ordine ad una sensibilità squisitamente barocca, con estratti di alcuni brani letterari di Giorgio Manganelli.
La monografica di Barbieri, nell'ambito delle iniziative volte a promuovere il riconoscimento da parte dell'Unesco delle Dolomiti quale Patrimonio Naturale dell'Umanità, racconta le montagne come "architetture progettate", interpretate quali forme simboliche in movimento, rivedendo nella linea delle vette una "storia della terra capovolta". Si tratta di dieci fotografie e di un video con le proiezioni artistiche dei Monti Pallidi attraverso cui la montagna - vista e pensata in una prospettiva originale, culturale e moderna - diventa una straordinaria architettura naturale progettata che induce a rinnovate riflessioni sull'ambiente e l'ecosostenibilità.
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